Fissato il prezzo del latte: gli allevatori lecchesi tirano il fiato

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COMO-LECCO – C’è l’accordo sul prezzo del latte e, fino alla prossima primavera, gli allevatori lariani tirano un po’ il fiato: un’intesa che si aspettava da tempo e che giunge dopo una lunga trattativa ed un confronto durato mesi, al termine della quale è prevalso il senso di responsabilità e la volontà di “dare fiato alle imprese” con un indice da qui al prossimo aprile.

Il “prezzo alla stalla” viene fissato per le province di Como e Lecco (e, più in generale, per tutta la Lombardia) a 39,5 centesimi al litro per le consegne da dicembre e 40 centesimi al litro per quelle del primo quadrimestre del 2013, Iva esclusa e più i premi previsti dall’attuale tabella qualità.  Come sottolinea Coldiretti, l’accordo è stato raggiunto con Italatte che fa capo al gruppo Lactalis con i marchi Parmalat, Galbani, Invernizzi e Cademartori.

Siglato in Lombardia, l’intesa costituisce un importante punto di riferimento per tutte le altre aree italiane, in quanto la nostra regione con 4 milioni di tonnellate produce il 40% circa di tutto il latte del Paese.

“Era assolutamente necessario raggiungere un’intesa, pena una crisi irreversibile delle nostre imprese – è il presidente della Coldiretti di Como-Lecco Fortunato Trezzi e lui stesso titolare di un’impresa zootecnica – Un prezzo medio di 38,46 centesimi al litro non era più sufficiente a garantire l’operatività di quanti operano nel settore zootecnico, gravati da un aumento più che consistente dei costi di produzione (basti pensare al forte incremento del gasolio agricolo o dei prezzi di farine e mangimi): con l’accordo si va, di fatto, a porre delle basi – pur migliorabili – su cui poter lavorare da qui ad aprile”.

Le nostre aziende – aggiunge il direttore della Coldiretti interprovinciale Francesco Renzonihanno fatto i salti mortali per riuscire a restare in piedi, sopportando a fatica l’aumento dei costi di produzione dettati da molteplici fattori, dall’aumento dei mangimi al caro-carburante: l’accordo ridà loro fiato, sappiamo che in futuro ci sarà ancora da lavorare ma è un buon punto di partenza”.

Conclude Trezzi: “La nostra provincia è parte integrante di un “sistema”, quello lombardo che, come abbiamo detto, è ai vertici nazionali per la produzione lattiero-casearia. Un comparto che impegna in tutta la regione circa 6.400 imprese, ma quelle che conferiscono ai primi acquirenti (cooperative e industrie di trasformazione) sono già scese sotto la soglia delle cinquemila.
Dati che devono far riflettere sull’importanza di tutelare il futuro di questo importante segmento della nostra economia: non possiamo permetterci la “desertificazione della zootecnia” nella pianura padana, con perdite sia economiche che di posti di lavoro”.
Almeno 18 mila persone, fra titolari e dipendenti – stima la Coldiretti – lavorano negli allevamenti da latte della Regione.

La Coldiretti ricordato che la produzione di latte delle province di Como e Lecco è, inoltre, determinante per una produzione casearia di qualità e a denominazione di origine protetta: un tassello determinante per la Filiera Agricola Tutta Italiana e che anche per questo va assolutamente salvaguardato e difeso.