Il Caleotto rinasce: 5 mln di investimenti e nuove assunzioni

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Da sinistra: il sindaco Brivio il consigliere Scaccabarozzi, si stringono la mano il presidente Pasini (Feralpi), il leader degli industriali lecchesi Maggi, l'a.d. Gozzi (Duferco)
Da sinistra: il sindaco Brivio  il consigliere Scaccabarozzi, si stringono la mano il presidente Pasini (Feralpi), il leader degli industriali lecchesi Maggi, l'a.d.  Gozzi (Duferco)
Da sinistra: il sindaco Brivio il consigliere Scaccabarozzi, si stringono la mano il presidente Pasini (Feralpi), il leader degli industriali lecchesi Maggi, l’a.d. Gozzi (Duferco)

 

LECCO – Un piano di investimenti di oltre 5 milioni di euro da quest’anno al 2019, il mantenimento dell’attuale forza lavoro e l’assunzione di nuovo personale, la concentrazione della produzione a Lecco, il sostegno di due impianti siderurgici distaccati e l’intenzione di diventare il fornitore principale di acciaio per le aziende del territorio nel raggio di 30/40 chilometri: questi i progetti per l’ex Lucchini che rinasce sotto il nome di “Caleotto Spa” dopo l’acquisto da parte di Duferco Italia Holding e Feralpi Siderurgica Spa.

Obiettivi che sono stati spiegati nella mattinata di martedì alla sede di Confindustria Lecco, dove i rappresentanti dei due gruppi leader della produzione d’acciaio, Giuseppe Pasini e Antonio Gozzi, sono stati accolti dal presidente degli industriali lecchesi Giovanni Maggi, dal sindaco Virginio Brivio e dal consigliere provinciale Giuseppe Scaccabarozzi, per illustrare i dettagli del piano.

Confindustria

La cordata Duferco e Feralpi sborserà oltre 20 milioni di euro per l’impianto produttivo di Lecco acquistandolo attraverso due newco (“Caleotto” per gli immobili e “Arlenico” per gli impianti) create in joint venture al 50% tra le due società.

“E’ un grande investimento in un momento difficile per il settore – ha sottolineato il presidente Giovanni Maggi – Il 42% del PIL di Lecco deriva dall’industria e questo dato ci porta ad essere la prima provincia in Italia per il manifatturiero. Se la Lucchini avesse chiuso, oltre ad un’ottantina di posti di lavoro, sarebbe scomparso anche un prezioso fornitore per le aziende del territorio”.

Il sindaco Virginio Brivio e Giuseppe Pasini
Il sindaco Virginio Brivio e Giuseppe Pasini

Quello tra Duferco e Feralpi è un “matrimonio importante” per il sindaco Virginio Brivio, che “tiene viva la trazione industriale della città”. L’esito della vicenda del Caleotto, per nulla scontata fino a qualche mese fa, “conforta” il consigliere provinciale Giuseppe Scaccabarozzi e che guarda, spiega, “al sostegno e allo sviluppo del territorio”.

Entrando nei dettagli del piano, i 5 milioni che le due società andranno a spendere sul Caleotto hanno l’obiettivo di migliorare l’efficienza degli impianti produttivi e la qualità del prodotto, l’ammodernamento del fabbricato e l’incremento degli standard di sicurezza e ambientali.

Sul fronte occupazionale è prevista l’assunzione dei 74 lavoratori rimasti in organico e in cassa integrazione straordinaria dallo scorso settembre, insieme ad altri 10 nuovi addetti per completare tre squadre su altrettanti turni giornalieri e 8 impiegati.

“Dal territorio dove proveniamo, quello di Brescia, le capacità professionali e la cultura industriale hanno un’importanza di primo piano – ha sottolineato il presidente del Gruppo Feralpi, Giuseppe Pasini – le premesse ci sono, servono le capacità ma è necessario anche un pizzico di fortuna perché il mercato siderurgico vive un momento delicato, però noi ci crediamo”.

A spalleggiare il laminatoio del Caleotto ci saranno i due impianti produttivi di San Zeno (Duferco) e di Calvisano (Feralpi), che forniranno le billette all’Arlenico per la produzione della vergella. Tra le lavorazioni di cui si farà carico l’impianto lecchese sono previste sono previste la produzione di viti, molle, funi, cavi, trecce, catene, viti e bulloni.

Antonio Gozzi, amministratore delegato di Duferco
Antonio Gozzi, amministratore delegato di Duferco

Gli obiettivi riguardanti la produzione del sito lecchese prevedono il passaggio dalle 75 tonnellate che verranno lavorate nel 2015 (ad iniziare da metà maggio), alle 180 tonnellate nel 2016, fino a raggiungere le 300 tonnellate nel 2019.

“La vera novità– ha sottolineato Antonio Gozzi, amministratore delegato di Duferco Holding – è che in passato il laminatoio lecchese di Lucchini effettuava le stesse produzioni del laminatoio di Piombino. Oggi , invece, il Caleotto è in pole position e qui si concentrerà la nostra produzione. L’altra faccia della medaglia è che Piombino diventerà nostro concorrente e per questo serviranno capacità, efficienza e qualità dei prodotti”.

Gozzi ha spiegato che è per lui “un grande onore essere investitore nella provincia più industriale d’Italia. Abbiamo osato investire qui perché sapevamo di poter trovare una cultura comune alla nostra, volta all’industria e all’innovazione. Se ci sarà consentito – ha concluso – saremo lecchesi tra i lecchesi”.