MOLTENO – Ci sono voluti più incontri ma alla fine azienda e sindacati hanno trovato l’accordo sulla mobilità: c’è ben poco da esultare, quello di lunedì è l’ultimo atto della vicenda Konig, il licenziamento dei lavoratori.
Sono 103 lavoratori messi alla porta dalla proprietà della storica fabbrica di catene, acquistata lo scorso settembre dal gruppo Pewag che l’ha acquistata da Thule e che ha deciso di trasferire la produzione in Austria e Repubblica Ceca.
L’accordo prevede una buona uscita “dignitosa – sottolinea Enrico Azzaro della Uilm – ma che non sarà mai sufficiente a colmare la perdita del posto. C’è grande amarezza tra i lavoratori”.
Un ultimo atto, l’accordo collettivo e poi la firma del licenziamento dei singoli dipendenti, che è giunto dopo un percorso di mediazione con l’azienda, dopo il tentativo da parte dei sindacati di far cambiare idea alla proprietà sul trasferimento all’estero, dopo incontri in Provincia, Regione e Ministero.
“A malincuore siamo arrivati a questo punto – ha sottolineato Luigi Panzeri della Fiom, che ha seguito la vicenda insieme al collega della Fim, Giovanni Gianola- non c’erano altre alternative. A complicare le cose ci ha pensato il Job Act che, cambiando le regole, ci ha impedito di ottenere la cassa integrazione”.
Nell’accordo con l’azienda sono previsti corsi di formazione su base volontaria, per provare una ricollocazione altrove, con la flebile speranza che in futuro l’azienda possa trasformare quella di Molteno nella sua sede logistica.
“I lavoratori avrebbero diritti di prelazione su quei posti, nel caso l’azienda riaprisse – ha proseguito Panzeri – in questo momento chiediamo però alle istituzioni cercare una soluzione per questi lavoratori, rimasti in mezzo alla strada”.