La scrittrice monzese ha accompagnato il pubblico in un viaggio nel villaggio operaio tra fine ‘800 e inizio ‘900
“Sin dalle prime ricerche mi sono subito accorta di avere per le mani una storia incredibile”
LECCO – Lei è nata a Monza, ma ha avuto casa a Lierna dove passava i fine settimana con la famiglia, perciò conosce bene il territorio di Lecco a cui è rimasta legata. La scrittrice Alessandra Selmi, nel pomeriggio di martedì, è stato ospite di Api Lecco Sondrio per presentare il suo ultimo romanzo “Al di qua del fiume. Il sogno della famiglia Crespi”.
In una folta cornice di pubblico, intervistata dalla giornalista Anna Masciadri, la scrittrice ha raccontato la nascita di un romanzo che si può definire storico, in cui il protagonista è il villaggio operaio di Crespi d’Adda il cui cuore è costituito dalla fabbrica di filatura, tessitura e finitura.
“Il libro nasce per una sorta di consiglio postumo. Io avevo una nonna a cui ero molto legata, classe 1930, di estrazione operaia, aveva la quinta elementare ma si era fatta una cultura da sé con la passione per i viaggi, il cinema, la lettura… In uno dei suoi molti viaggi visita il villaggio di Crespi, dove io non ero mai stata, e ne rimane estasiata dicendomi che ci dovevo andare. Quel consiglio cade nel dimenticatoio fino a quando un paio di anni fa, mentre brancolavo nel buio alla ricerca di un argomento su cui scrivere un nuovo romanzo, mi torna all’improvviso in mente mia nonna che mi dice ‘devi andare a Crespi'”.
Il libro è un romanzo frutto di oltre un paio d’anni di ricerche storiche molto intense: “Mi sono subito accorta di avere per le mani una storia incredibile: umana, di riscatto, fatta di crescita non solo imprenditoriale ma di tutti gli operai. Un pezzo di storia importantissima del nostro Paese. Una storia che intreccia le vite di personaggi reali (i componenti della famiglia Crespi) e di personaggi inventati (gli operai). Un romanzo che non vuole essere l’apologia della famiglia Crespi ma dove il protagonista è il villaggio operaio (tuttora conservato benissimo e patrimonio dell’Unesco) che evolve come una creatura”.
A introdurre l’appuntamento Isabella Spada (Edilsider) del gruppo giovani di Api: “Un buon imprenditore non può esistere se non ha degli ottimi collaboratori alle spalle – ha detto -. Quello che Crespi creò 150 anni fa attorno al cotonificio oggi lo chiamiamo welfare aziendale. C’è un filo che lega quell’imprenditore illuminato alle nostre imprese di oggi: abbiamo bisogno di collaboratori felici e soddisfatti per poter competere a livello mondiale”.
“Anche al giorno d’oggi è importante combinare la centralità della persona con quella che è la capacità di fare impresa e lavorare all’interno dell’impresa – ha aggiunto il direttore di Api Lecco Sondrio Marco Piazza -. Il nostro territorio ha avuto una grande opportunità: all’interno delle grandi imprese che erano presenti a Lecco sono cresciute tante professionalità che oggi sono i nuovi imprenditori. Queste persone, avendo fatto un’esperienza dal basso, probabilmente sono oggi più sensibili a un senso di comunità che va recuperato”.
Un libro appassionante da leggere tutto d’un fiato, dove un pezzo della storia del nostro Paese si intreccia con le vicende umane, in periodo di mezzo secolo a cavallo tra ‘800 e ‘900. La serata, organizzata in collaborazione con la Libreria Volante, ha visto un’ottima cornice di pubblico. “Al di qua del fiume. Il sogno della famiglia Crespi” di Alessandra Selmi, edizioni Nord, 496 pagine.