Sindacati delusi, troppe attività ancora aperte. Si mobilitano le RSU
“Il valore della vita e della salute non ha prezzo e non può essere barattato”
LECCO – “A differenza di quanto annunciato sabato dal Governo alle parti sociali e al Paese, il provvedimento assunto domenica sera inserisce tra le attività d’impresa da considerarsi essenziali una serie di attività di vario genere che di essenziale, strategico e necessario in questa emergenza non hanno nulla”,
Cgil, Cisl e Uil hanno accolto con freddezza il contenuto del decreto reso noto nella serata di ieri sulla sospensione delle attività produttive. Troppe, secondo i sindacati, sono quelle che resteranno aperte. Un cambio di rotta rispetto alle prime avvisaglie che, per i rappresentanti dei lavoratori, sarebbe dovuto alle “forti pressioni esercitate dalle associazioni d’impresa, a partire da Confindustria, che anziché privilegiare la vita e la salute delle persone, hanno scelto ancora una volta il profitto e l’economia”.
“Lo ripetiamo da settimane – scrivono i segretari lombardi di Cgil, Cisl e Uil, Elena Lattuada, Ugo Duci, Danilo Margaritella – così non si può! Il valore della vita e della salute non ha prezzo e non può essere barattato con nessuna ragione economica, lo stesso protocollo sottoscritto una settimana fa a difesa della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non è stato ovunque applicato con rigore e puntualità”.
“Se questo vale su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di prevenire l’estensione
dei contagi, tanto più è vitale in Lombardia, dove si tratta di invertire ‘senza se e senza ma’ la drammatica condizione della crescita costante dei contagi, dei ricoveri, dei morti che stiamo subendo, tra cui sempre più lavoratrici e lavoratori”.
Per questo, anche i sindacati lombardi si preparano “alla mobilitazione generale nei settori di attività non indispensabili” e ad “una forte iniziativa delle RSU e delle strutture categoriali territoriali affinché vi sia la chiusura delle attività aziendali non essenziali in questa fase di emergenza”.