Lecco. Nel 2024 emessi 165 provvedimenti di sfratto, 131 per morosità

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Foto Schluesseldienst | Pixabay

Crescono gli sfratti in tutta Italia: +2% nel 2024, con 40.158 provvedimenti emessi

I dati del Ministero dell’Interno elaborati dal Sole 24 Ore

LECCO – Il 2024 segna un leggero aumento dei provvedimenti di sfratto in tutta Italia. Secondo i dati del Ministero dell’Interno elaborati dal Sole 24 Ore e pubblicati sul numero odierno, nel corso dell’anno sono stati emessi 40.158 sfratti, in crescita del 2% rispetto al 2023. In tre casi su quattro, la causa resta la morosità dell’inquilino.

Nel complesso, il fenomeno si mantiene su livelli più bassi rispetto ai picchi del 2014, quando si sfioravano i 77mila provvedimenti, ma il disagio abitativo torna a farsi sentire. In media, in Italia vengono emessi 9,3 sfratti ogni mille famiglie in affitto.

Lecco: 8,2 sfratti ogni mille famiglie

A Lecco, i provvedimenti di sfratto emessi nel 2024 sono stati 165, di cui 131 per morosità, pari a 8,2 casi ogni mille famiglie.
Un dato leggermente inferiore alla media nazionale, ma comunque significativo per un territorio che sta vivendo un’evoluzione profonda nel proprio mercato immobiliare.

Nel confronto con le province vicine, Como fa registrare un valore più alto (9,9), mentre Sondrio si ferma a 4,4. Bergamo, invece, tocca quota 11,7, posizionandosi ben sopra la media italiana.

Lecco, città sempre più turistica: affitti brevi e prezzi in rialzo

Nel capoluogo e nei comuni del circondario la sfida è legata a doppio filo con una trasformazione ormai evidente: Lecco è sempre più una città turistica.
I prezzi degli affitti stanno crescendo e una parte consistente dei proprietari predilige la formula degli affitti brevi, rivolta soprattutto ai turisti e ai visitatori del lago.
Una leva economica che, se da un lato genera indotto e opportunità, dall’altro rende più difficile la vita di chi cerca un’abitazione stabile, aggravando la pressione sul comparto degli affitti residenziali.

A incidere sul settore potrebbe contribuire anche il possibile aumento della cedolare secca al 26% sulla prima unità immobiliare in affitto breve, oggi fissata al 21%. Una misura pensata per disincentivare la moltiplicazione delle locazioni turistiche e riequilibrare il mercato a favore degli affitti a lungo termine, ma che potrebbe anche riflettersi sui prezzi finali, in particolare nelle città a forte vocazione turistica come Lecco.

Un altro fronte: la domanda studentesca

Un altro fronte non trascurabile riguarda la presenza della sede distaccata del Politecnico di Milano: centinaia di studenti universitari cercano ogni anno una sistemazione in città, alimentando la domanda di alloggi a canoni accessibili.
Garantire affitti calmierati per loro e per le giovani coppie diventa una priorità per mantenere equilibrio nel mercato locale.

Il quadro nazionale: Roma in testa, Pescara record negativo

A livello nazionale, la provincia con il maggior numero di sfratti per numero di famiglie è Pescara, con un tasso impressionante di 50,8 provvedimenti ogni mille famiglie, seguita da Imperia (30,2) e Avellino (30,0).
All’estremo opposto si collocano Vibo Valentia (0,1), Catania (0,3) e Oristano (2,5), dove il fenomeno appare residuale.

Tra le grandi città, Roma è in testa con 16,6 sfratti ogni mille famiglie, mentre Milano (5,5) e Bologna (5,9) restano sotto la media nazionale.

Esecuzioni lente e disagio abitativo crescente

Il Ministero dell’Interno segnala che la fase più critica resta quella dell’esecuzione materiale dello sfratto: negli ultimi vent’anni, le esecuzioni effettive non hanno mai superato il 50% dei provvedimenti emessi.
Un dato che evidenzia le difficoltà burocratiche e sociali di un fenomeno che colpisce migliaia di famiglie ogni anno.

Una sfida per il futuro

Lecco si trova dunque in una posizione intermedia: numeri non allarmanti, ma un contesto abitativo sempre più complesso.
L’aumento dei canoni, la concorrenza degli affitti turistici e la domanda studentesca rendono indispensabili politiche di sostegno e incentivi per la locazione a lungo termine, al fine di evitare che il mercato immobiliare diventi inaccessibile per chi vive e lavora stabilmente in città.