Sicurezza nei luoghi di lavoro, Cgil, Cisl e Uil: “Bisogna rialzare la guardia”
Più ispettori del lavoro, più formazione dentro e fuori le fabbriche e un cambio di cultura: “Non può esserci lavoro senza sicurezza”
LECCO – Ancora troppi infortuni e ancora troppi morti sul lavoro: le recenti tragedie accadute fuori provincia, come il dramma della giovane madre di 22 anni morta a Prato schiacciata in un macchinario tessile, e in Lombardia con il terzo incidente mortale in dieci giorni in provincia di Bergamo, hanno riacceso l’attenzione su un fenomeno che non è mai scomparso, nemmeno durante i mesi dell’emergenza Covid.
Per questo i sindacati anche a Lecco hanno deciso di associarsi all’iniziativa di carattere regionale prevista per il 31 maggio di fronte alla sede della Regione e di proporre sul tema delle assemblee nelle fabbriche il 20 maggio, data simbolica legata alla nascita dello Statuto dei Lavoratori (Legge 20 maggio 1970 n. 300).
“E’ un tema cruciale – spiega Mirco Scaccabarozzi segretario generale della Cisl Monza Lecco – non si può pensare al lavoro senza sicurezza”.
“La sicurezza deve essere la precondizione per palare di lavoro – ribadisce Diego Riva, segretario provinciale della Cgil Lecco – L’emergenza sanitaria ha abbassato la guardia, ora dobbiamo alzarla di nuovo e non si può pensare, al contrario, di lavorare a qualsiasi condizione pur di assecondare la ripresa economica. Queste tragedie ci indignano. Si continua a morire come si moriva 50 anni fa. L’obiettivo deve essere meno infortuni e morti zero”.
Un obiettivo che per i sindacati si può raggiungere in due modi: “Nel breve periodo incrementando i controlli, con l’assunzione di nuovi ispettori del lavoro che negli ultimi anni si sono ridotti nei numeri e con meno ispettori ci sono stati anche meno controlli – spiega Salvatore Monteduro, segretario della Uil del Lario –Nel lungo periodo bisogna invece insistere su un cambiamento culturale sulla sicurezza, che passa non sono in azienda ma che può iniziare anche nelle scuole. Serve poi più impegno sulla formazione”.
Formazione che, per i sindacati, deve essere accessibile ai lavoratori anche precari che si trovano in servizio in azienda e che anche l’imprenditore dovrebbe effettuare per averne una maggiore consapevolezza.
I sindacati hanno già proposto in passato una ‘patente a punti’ per le imprese e che possa essere applicata come metodo di selezione negli appalti pubblici.
Nel lecchese meno infortuni ma raddoppiati i morti
In provincia di Lecco i dati complessivi sugli infortuni hanno fatto registrare un calo nel 2020, a fronte di meno attività nell’anno dell’emergenza Covid, eppure, nonostante la pandemia, i morti sul lavoro sono raddoppiati: sono state 3204 le denunce di infortunio presentate lo scorso anno all’Inail (erano 3707 nel 2019) e 10 gli infortuni mortali (contro i 5 dell’anno precedente).
Solo nei primi tre mesi di quest’anno sono stati 853 gli infortuni nel lecchese, di cui uno mortale, in cui ha perso la vita un 38enne schiacciato da un trattore a Paderno d’Adda (vedi articolo) mentre effettuava dei lavori di pulizia in una zona boschiva.
“Numeri che sono limitati al primo trimestre dell’anno ma che ci fanno già preoccupare – ha aggiunto Scaccabarozzi della Cisl – e che non dipendono dall’emergenza Covid”.
Sul fronte del virus ci sono altri numeri: 1.313 sono le denunce di infortunio per Covid presentate tra il gennaio del 2020 e il marzo del 2021 in provincia di Lecco e incidono solo per il 3% sul totale degli infortuni in ambito lavorativo.