L’on. Fragomeli presenta un’interrogazione al Ministero sul caso Sittel
“La società fattura 60 milioni di euro all’anno e non paga gli stipendi da tre mesi”
COLICO – “Con l’interrogazione depositata quest’oggi, ho chiesto ai Ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico di intervenire al più presto allo scopo di fare chiarezza nella vicenda che coinvolge i quarantacinque dipendenti della società Sittel S.p.A. di Colico. Non possiamo permettere che, ancora una volta, le lavoratrici e i lavoratori siano gli unici a pagare l’incapacità di un’azienda di gestirsi nel migliore dei modi”.
Gian Mario Fragomeli, deputato lecchese della Brianza e Capogruppo PD in Commissione Finanze alla Camera, interviene in questo modo nella questione che vede protagoniste le maestranze della Sittel di Colico, azienda che si occupa di cablatura telefonica rame-elettrica e fibra e che da tre mesi, ormai, non paga più gli stipendi ai propri dipendenti.
“Vorrei ricordare – continua il parlamentare Democratico – come, ad aprile di quest’anno, la società abbia deciso, in maniera del tutto unilaterale, di recedere dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Metalmeccanico-Industria in vigore e di adottare il CCNL Telecomunicazioni, causando in questo modo una decurtazione dello stipendio mensile pari a circa 300 euro. Subito dopo, inoltre, ai dipendenti non è più stato versato lo stipendio e, come se ciò non bastasse, si è scoperto che, da oltre un anno e mezzo, l’azienda ha consapevolmente mancato di effettuare anche i versamenti destinati al Fondo pensione integrativo del CCNL Metalmeccanici, il Fondo Cometa. Tutto questo, a fronte di una società con un fatturato medio annuo di oltre 60 milioni di euro (è la sesta di questo tipo a livello nazionale) e che vanta numerose commesse in corso – con richieste di opere e nuovi cantieri che sovente non riesce nemmeno a soddisfare – e che impiega circa quattrocentocinquanta dipendenti distribuiti in tutto il Paese”.
“Ai Ministri interrogati – conclude Fragomeli – ho quindi chiesto di promuovere, con la massima urgenza, il tavolo di concertazione istituzionale già richiesto lo scorso 6 novembre dalle Organizzazione Sindacali e di garantire la continuità salariale, la tenuta occupazionale e la stabilità economica per le lavoratrici e i lavoratori che, quotidianamente, contribuiscono alla crescita e allo sviluppo digitale del Paese”.