Una sessantina di lavoratori saranno trasferiti e 30 possibili esuberi
In mattinata 4 ore di sciopero e presidio ai cancelli
MERATE – Lavoratori in presidio questa mattina, lunedì, davanti ai cancelli della Fider Pompe di Merate: i dipendenti protestano contro le scelte della nuova proprietà della fabbrica che ha già annunciato il trasferimento alla sede di Gessate di 65 dei 99 lavoratori dell’azienda di Merate e paventato possibili esuberi, tra i 25 e le 30 unità.
Una riorganizzazione e riduzione di organico, decisa dalla società Atura (del gruppo indiano WPIL) che ha mobilitato i sindacati Fiom Cgil e Fim Cisl.
“La società ha annunciato il trasferimento a Gessate, a settembre, degli uffici amministrativi, commerciali e tecnici – spiega Domenico Alvaro della Fiom – a Merate resterebbero solo una trentina di lavoratori del reparto produttivo. In oltre, l’azienda ha richiesto la cassa integrazione straordinaria a zero ore per tutti i dipendenti, esclusi quattro dirigenti, che potrebbe partire a settembre. Infine ha annunciato la possibilità di esuberi, fino a 30 lavoratori”.
Di fatto, con un anno di cassa integrazione a zero ore, anche i 65 lavoratori che saranno trasferiti potrebbero non entrare in servizio da settembre, ma solo su necessità dell’azienda.
L’impresa, in risposta alla richiesta dei sindacati, avrebbe escluso la possibilità di anticipare ai lavoratori i soldi della cassa integrazione. “Questo significa che i dipendenti potrebbero restare senza sostegno economico per almeno tre mesi – sottolinea Lorena Silvani della Fim – abbiamo chiesto flessibilità orarie e rimborso chilometrico per i lavoratori trasferiti ma ci hanno risposto di no”.
Gli esuberi oggi rappresentano un’incognita: “Ancora non ci è stato specificato di quali figure si tratta” prosegue Alvaro.
“Vogliamo conoscere i piani che Atura ha per Finder Pompe” ribadisce Silvani.