Nuove proteste davanti alla fabbrica di Olginate
Otto ore di sciopero, i lavoratori chiedono certezze
OLGINATE – Cancelli chiusi e lavoratori fuori dall’azienda: è in corso una protesta alla Maggi Catene di Olginate, dove i sindacati hanno proclamato uno sciopero di otto ore denunciando la situazione di incertezza vissuta dai lavoratori.
Circa un anno fa l’azienda aveva fatto richiesta di concordato preventivo e il piano di concordato, ricordano i sindacati, non sarebbe stato ancora convalidato dal tribunale.
“I lavoratori hanno deciso di fermarsi dinanzi all’incertezza – spiega Enrico Azzaro della Uilm – Non si vede quel percorso tanto annunciato di ripresa e prospettiva. Aspettiamo dalla proprietà più chiarezza per il futuro, un futuro che non può mancare. Maggi rappresenta qualità di prodotto, mercato anche di nicchia, brevetti e un brand significativo. La Maggi deve fare tutto il possibile per dare garanzie di continuità aziendale con i fattiâ€.
Sono 54 i dipendenti della fabbrica. Alcuni di loro avevano già manifestato i loro disagi nel luglio del 2017 quando era stato attuato un presidio davanti all’azienda, lamentando ritardi sul pagamento degli stipendi.
Il confronto oggi, con l’azienda ancora in difficoltà , è sul piano di concordato e in particolare, si apprende dai sindacati, riguardo al Trf dei lavoratori destinato ai fondi pensionistici integrativi che i dipendenti rischiano di non vedersi rimborsati integralmente.
I sindacati in mattinata sono stati ricevuti dalla direzione aziendale. “Abbiamo chiesto di rivedere il piano di concordato e l’imprenditore ci ha rassicurato che proveranno a modificare il documento, comprendendo le ragioni dei lavoratori – spiega Maurizio Oreggia della Fiom – Il problema di fondo per l’azienda è trovare le risorse per coprire quella quota, noi vogliamo che i lavoratori abbiamo delle risposte certeâ€.
Da qui la protesta dei lavoratori, con otto ore di sciopero suddivise su due giornate lavorative “I dipendenti hanno deciso di non entrare in azienda questa mezza giornata e anche domani, finché la Maggi non darà garanzie che il piano di concordato sarà modificato†ribadisce Marco Oreggia della Fim Cisl.
La Maggi Catene fondata nel 1925 e diventata capofila del Maggi Group che fa capo all’omonima famiglia, è oggi presieduta Corrado e Chiara Maggi, che sono subentrati al padre Giuseppe alla guida dell’importante realtà industriale. Il fratello, Giovanni Maggi, è stato invece presidente di Confindustria Lecco, per poi assumere un incarico nella sede nazionale dell’associazione.
Quest’ultimo in una nota precisa che già dal 2013 non ricopre alcun incarico operativo o gestionale nell’azienda di famiglia (Maggi Catene), della quale detiene una quota di minoranza. Causa il crescente coinvolgimento personale negli impegni associativi confindustriali a livello di organismi nazionali, nel 2016 era Giovanni Maggi uscito anche dal Consiglio di amministrazione della società , del quale faceva parte come semplice consigliere senza poteri.

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