Prezzi a Lecco: rincari sull’uva, va meglio coi cocomeri

Tempo di lettura: 9 minuti

troppo caro prezziLECCO – Per il sesto mese consecutivo il dato locale dell’inflazione risulta negativo, anche se la variazione è prossima allo zero e sta recuperando rispetto ai mesi precedenti (a giugno e luglio il dato risultava pari a -0,4%). Il valore di Lecco è in linea con quello medio nazionale che, tuttavia, registra per la prima volta la variazione negativa.

Il dato mensile, (quello rispetto al mese di luglio 2014) registra una variazione prossima al punto percentuale; il dato è differente da quanto registrato nei mesi precedenti (valori vicini allo zero) e da quanto registrato a livello nazionale (+0,2%).

L’indice dei prezzi locale (base 2010=100) si attesta a 107; quello nazionale a 107,7; il differenziale tra i due indici si dimezza e si attesta a 7 decimi di punto.

Il confronto a livello regionale, solo con le città che fanno anticipazione e di cui si conoscono già i valori provvisori, evidenzia una variazione annuale negativa per tutte le altre città ad eccezione di Brescia che si muove in territorio positivo (+0,2%). E’ Bergamo che registra la variazione più bassa (-0,4%), seguita da Milano e Varese (entrambe -0,3%).

Il contesto delle variazioni mensili mostra quasi tutte la città lombarde con variazioni di segno più intorno al mezzo punto percentuale, Lecco è la città con il valore più alto (+0,8%). Solo Milano registra una variazione quasi nulla (+0,1%).

La classifica nazionale delle variazioni annuali (variazione tendenziale) colloca Lecco in 22-esima posizione, al primo posto c’è Venezia (-0,8%); solo 12 città hanno registrato inflazione superiore allo zero, e tra queste solo Bolzano superiore all’unità che con il valore dell’1,1% occupa l’ultima posizione.

Il confronto con le variazioni congiunturali evidenzia l’ultima posizione di Lecco con il valore più alto anche a livello nazionale. Quattro città registrano una variazione di segno meno (Bologna -0,3%; Perugia e Venezia -0,2%; Reggio di Calabria -0,1%); solo Napoli registra un valore nullo, e tutte le altre 32 città hanno variazioni superiori allo zero.

Questi i prodotti, a rilevazione locale e non centralizzata, che hanno avuto le peggiori variazioni e quelli che hanno registrato, invece, le migliori diminuzioni di prezzo rispetto al mese precedente:

I PEGGIORI TRE
Fotocopia +8,5%
Intimo uomo + 8,2%
Vino spumante + 7,3%

I PEGGIORI TRE (ortofrutta+ittici)
Uva + 97,8%
Zucchine + 30,4%
Limoni + 20,5%

I MIGLIORI TRE
Sandali donna – 8,5 %
Sottilette – 7,8%
Lampadina a risp. energetico -7,0%

I MIGLIORI TRE (ortofrutta + ittici)

Cocomeri-angurie – 33,5%
Pesche noci-nettarine – 23,0%
Pomodori da sugo – 22,8%

CARBURANTI
Gasolio per auto -1,1%
Benzina verde nulla
Gas GPL -1%

In dettaglio, l’analisi per capitoli suggerisce le seguenti considerazioni (in parentesi sono indicate la variazione congiunturale e la variazione tendenziale dell’indice dell’intera divisione di spesa):

– Alimentari e bevande analcoliche (+0,5%,+0,6%). Nel mese di riferimento si assiste ad una prima ripresa dei prezzi della divisione in esame e la stessa è da imputare quasi esclusivamente all’aumento della frutta e alla fine di promozioni in atto da più mesi su molteplici prodotti. L’aumento rilevato porta l’indice degli alimentari a 108,4; quello nazionale invece si riduce leggermente e risulta pari a 106,9, con una differenza rispetto a quello locale di un punto e mezzo.

La classe “pane e cereali” presenta variazione positiva pari allo 0,2%. All’interno della stessa particolare rilevanza assume l’aumento superiore al punto percentuale del pane, del riso e della pasta (prodotti che all’interno del paniere hanno un peso abbastanza rilevante), diminuiscono pane a fette, fette biscottate, biscotti frollini, pasta all’uovo e cereali per colazione, i prodotti elencati hanno percentuali di diminuzione superiore ai precedenti, ma il peso inferiore in termini di consumi determina l’aumento della classe nel suo

Ancora un aumento pari a 6 decimi di punto dell’indice della classe “carni” che conferma la ripresa dei prezzi del comparto (variazione cumulata dei mesi estivi pari all’1,6%); ma la stessa non è sufficiente per recuperare la diminuzione dei primi mesi dell’anno e pertanto l’indice della classe è ancora inferiore a quello base di un punto e mezzo circa. Molteplici i prodotti in aumento: carne fresca di suino (sia con osso che senza osso) e salsiccia, le cui variazioni sono da imputare al periodo estivo; petto di pollo il cui indice si attesta a 105, coniglio fresco (la variazione del mese di agosto, pur essendo pari al 2% non influisce sulla posizione del prodotto rispetto al prezzo base in quanto rimane ampliamente al di sotto dello stesso).

Per quanto riguarda i salumi ci sono da segnalare variazioni di segno più per prosciutto crudo, (affettato al banco e affettato in confezione).

Ulteriore variazione di segno meno per i prodotti della classe “latte, formaggi e uova” (-0,3%). Aumenta la mozzarella di bufala, il latte a lunga conservazione e il taleggio (questi ultimi due erano diminuiti nel mese di luglio). Diminuzione per latte fresco, yogurt probiotico, grana padano, formaggio stagionato di produzione locale e sottilette. L’indice della classe è leggermente superiore a quello del mese di dicembre 2013.
Segno meno per “olii e grassi” (-0,3%). Aumenta il prezzo della margarina, continua l’alternanza di segni delle variazioni di olio di semi di girasole e olio di mais.

La classe “zucchero e confetture, cioccolato e dolciumi” registra una variazione negativa di tre decimi di punto. Ancora una diminuzione dello zucchero, il cui indice è inferiore di poco più del 10% rispetto a quello base. Riduzione anche del prezzo della vaschetta di gelato (aumentata nei primi mesi estivi).

La classe “caffè, te’ e cacao” segna una diminuzione di quasi mezzo punto percentuale. La contrazione del caffè tostato è più forte (in termini di contributo) dell’aumento di caffè in cialde, caffè decaffeinato, tè e cacao.

Parziale recupero, anche se consistente, del prezzo della “Frutta” (+6,4%). L’indice della classe si porta a 89, più di dieci punti in meno rispetto a quello di dicembre 2013. La variazione è da imputare non solo ai prodotti che entrano in stagione nel mese corrente e che pertanto hanno un prezzo superiore a quello di vendita in piena stagionalità, ma anche e soprattutto a prodotti continuativi non esclusivamente di produzione italiana (limoni, pere, ecc. ecc. ) che hanno registrato aumenti di prezzo a causa delle condizioni atmosferiche. I “Vegetali” registrano una diminuzione di tre decimi di punto: molteplici i prodotti in diminuzione, molto meno i prodotti in aumento, ma le intensità degli stessi sono consistenti.

L’indice della classe “prodotti ittici” evidenzia un aumento di prezzo di tre decimi di punto. Aumenta il prodotto surgelato e lavorato, sul fresco le variazioni in diminuzione sono più incisive di quelle in aumento. L’indice della classe raggiunge quota 105.

Si ridimensiona l’aumento del mese di luglio della classe “Acque minerali, bevande analcoliche” (-0,2%). Ancora una variazione di segno più dell’aranciata la cui variazione da inizio anno si attesta al 22%. Aumento dell’integratore energetico che invece porta l’indice al livello di quello base e diminuzione dell’acqua minerale.

La classe “Prodotti alimentari n.c.a.” registra una contrazione dello 0,2%; l’indice è prossimo a quello base perchè le variazioni intercorse nei mesi precedenti sono state di segno alterno e comunque minime.

– Bevande alcoliche e tabacchi (+0,1%;+0,5%). Gli “alcolici” segnano una variazione in aumento (segno più per aperitivo alcolico, grappa e amaro e segno meno per whisky); le “birre” diminuiscono (sia quella estera che quella nazionale), ma l’indice di classe rimane sopra quello base di quasi 5 punti; i “vini” aumentano (il vino spumante recupera la diminuzione del mese precedente e il vino da tavola riduce ulteriormente il prezzo). I “tabacchi” registrano variazioni in aumento per 2 decimi di punto (segno più per sigarette, sigari e altri tabacchi), l’aumento è da imputare all’aumento dell’accisa.

– Abbigliamento e calzature (-0,2%;+1,5%). Leggera contrazione per la divisione in esame, che invece a livello tendenziale inizia a registrare variazioni non più prossime allo zero. Stabili gli “indumenti” ad eccezione dell’intimo uomo che registra un aumento di quasi 9 punti; contrazione dell’1,3% per le “scarpe ed altre calzature”.

– Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,5%;-6,3%). Divisione interessata all’aumento delle spese condominiali (+3,7%) e dei servizi per la riparazione e manutenzione della casa (operaio edile). In diminuzione solo il gasolio da riscaldamento che era aumentato nel mese di luglio, il cui indice è comunque inferiore a quello base di 4 punti e mezzo (95,50).

– Mobili, articoli di arredamento, servizi per la casa (+0,1%;+1,1%). Leggera variazione in aumento della divisione. Segno più per “Articoli tessili per la casa” (+0,1%) all’interno della classe aumenta il prezzo dell’accappatoio; “Grandi apparecchi domestici elettrici e non” (+0,3%) (in particolare per la lavatrice); e “Beni non durevoli per la casa” (0,2%), variazione dovuta all’aumento di prezzo del detersivo (sia a mano che in lavatrice); della scopa e del rotolo di alluminio e alla diminuzione di prezzo dei sacchetti ecologici per la raccolta di rifiuti organici.

Di contro si rileva la diminuzione di “Piccoli utensili e accessori vari” (-0,4%) dove diminuisce in maniera consistente la lampadina a risparmio energetico e il tubo per innaffiare, ma aumenta la pila elettrica; di “Cristalleria, stoviglie e utensili domestici” (-0,1%) nella classe l’aumento di caffettiera e pirofila da forno bilanciano la diminuzione del bicchiere. Diminuzione anche per “Piccoli elettrodomestici “ (-0,1%), causata dalla correzione di prezzo della macchina da caffè in cialde.

– Servizi sanitari e spese per la salute (+0,2;+2,4%). Variazione di prezzo da imputare all’aumento dei “servizi medici” e dei “servizi paramedici” nonché all’aumento della classe “prodotti medicali” (+0,6%) che registra in particolare il forte aumento del profilattico, il prodotto era diminuito di quasi 10 punti nel corso dell’anno e ora sta recuperando il prezzo base.

– Trasporti (+2,5%;+0,9%). Leggera variazione di prezzo per le “automobili” (+0,1%) in particolare quelle superiori a 4mt (sia a benzina che a diesel), l’aumento da inizio anno della classe in esame si attesta a poco più di 2 punti. I “pezzi di ricambio ed accessori per mezzi di trasporto privati” registrano una contrazione di quasi mezzo punto e la stessa è da imputare alla diminuzione di prezzo dei pneumatici.

La classe di “carburanti” segna una variazione in diminuzione dello 0,7%, nel mese di luglio erano invece aumentati; l’indice di prezzo si attesta leggermente sotto a quello base.

Aumentano tutti i servizi di trasporto: il trasporto aereo passeggeri aumenta del 30% (in ordine di variazione: europeo, intercontinentale e nazionale, anche se le variazioni mensili sono abbastanza uniformi. Diversa la situazione della variazioni a livello annuale: rispettivamente -6,3%; -5% e +1,7%. Anche i trasporto marittimo aumenta di quasi 20 punti e l’indice di prezzo raggiunge quota 150. Il trasporto passeggeri su rotaia segna una variazione del + 2,3% da imputare alle tariffe nazionali; con la rilevazione del mese di agosto il livello di prezzo si riporta a quello di dicembre 2013. Leggera variazione di prezzo anche per il trasporto passeggeri multimodale (+0,1%).- Comunicazioni (-1,3%; -10,2%).

Dopo la leggera riduzione di prezzo registrata nel mese di luglio, ad agosto si intensifica nuovamente la variazione di segno meno e si amplifica il valore di quella annuale. La classe degli “apparecchi telefonici e telefax” registra una contrazione di quasi 5 punti (diminuiscono telefoni cellulari, smartphone e, in maniera meno consistente, gli apparecchi per la linea telefonica fissa). Leggero aumento per i “servizi di telefonia e di telefax” da imputare a quelli di telefonia mobile.

– Ricreazione, spettacoli, cultura (+0,8;+0,6%). Anche questo mese si registra un aumento congiunturale della divisione che vede in particolare, l’aumento dei pacchetti vacanze nazionali e internazionali (rispettivamente +13,9% e 10,7%) da attribuire al periodo estivo; l’indice del gruppo si attesta a 125. Da attribuire al periodo estivo anche l’aumento, già registrato nel precedente mese, dei “servizi ricreativi e sportivi“ tra cui si evidenzia l’ingresso al parco divertimenti +3,8% e lo stabilimento balneare +2,3%. Ancora un aumento per gli “articoli di cartoleria e materiale da disegno” (+1,2%), la cui variazione è da imputare agli articoli di cancelleria (+4%). Recuperano in parte la diminuzione dello scorso mese gli “apparecchi fotografici e strumenti ottici” che vedono in particolare l’aumento della videocamera (+3,2%). Aumento dello 0,2% degli “apparecchi per il trattamento dell’informazione”. In aumento anche il giornale quotidiano (+2,3 %)

– Istruzione (nulla; nulla). Nessuna variazione da segnalare.

– Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,9%;+2,4%). Ancora una variazione di segno più per la divisione in esame. Aumento di quasi mezzo punto per “ristoranti, bar e simili” e aumento dei “servizi di alloggio” (+5,6%) che sommata a quella già registrata nei mesi precedenti porta l’indice della classe a 113; aumenta in maniera consistente il prezzo della camera di albergo (+ 6,1%); più contenuto quello di campeggio (+4%) e di agriturismo (+2,7%).

– Altri beni e servizi (+0,2%;-0,7%). La divisione registra a livello congiunturale una variazione positiva di due decimi di punto. Il numero di prodotti che hanno registrato aumenti è decisamente superiore rispetto a quello che ha registrato una variazione negativa. L’indice della divisione si attesta a 0,6 decimi di punto sopra la base. Aumentano i “servizi di parrucchiere e trattamenti di bellezza” (+0,7%); diminuisce l’indice della classe degli “Altri effetti personali” (-1,4%), nella classe “Articoli e apparecchi per la cura della persona” (+0,1%) si evidenzia il segno più di spazzolino elettrico e sapone liquido e il segno meno di schiuma da barba e crema viso, per gli “Altri servizi n.c.a” (+1%) c’è da segnalare la consistente variazione della fotocopia (+8,5%).