Spi Cgil Lecco: “Un amaro regalo di Natale per i pensionati”

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LECCO – Nelle mensilità di gennaio e febbraio del 2015, i pensionati troveranno un’amara sorpresa: due rate attraverso le quali l’Inps procederà a trattenere l’importo corrispondente al cosiddetto conguaglio negativo relativo all’anno 2014.

“Tecnicamente il meccanismo è questo – spiegano dallo SPI CGIL di Lecco – le pensioni ogni anno vengono liquidate con gli incrementi derivanti dall’indice Istat programmato, e solo ad anno concluso vengono conguagliate le differenze sulla base del valore definitivo dell’indice Istat; generalmente il conguaglio è positivo e per questo ai pensionati viene erogata la differenza sulla mensilità di Gennaio”.

Ma in questi ultimi anni di mancata crescita del Pil il valore dell’indice Istat è diminuito e si è determinata più volte la situazione opposta: “valore Istat definitivo inferiore al valore programmato – proseguono dal sindacato dei pensionati – per salvaguardare la situazione (sempre meno facile) dei pensionati si evitava però di procedere a trattenere la differenza tra i due valori, “mettendoci una pezza” attraverso la legge di stabilità annuale. E’ successo così anche nel 2014 in riferimento al 2013”.

Questo invece, denuncia lo SPI, non accadrà quest’anno, e verrà applicato il conguaglio negativo riferito al 2014: la differenza è del 0,1% (valore Istat programmato era 1,2%, quello definitivo è invece 1,1%).

“E’ la prima volta che accade e come Sindacato Pensionati della CGIL riteniamo che la cosa sia davvero grave – commenta Marco Brigatti, segretario dello Spi CGIL di Lecco – il conguaglio negativo sarà trattenuto sulle pensioni di Gennaio e Febbraio, e complessivamente significa circa 6 euro per chi ha la pensione minima di 502 euro mensili. Se prendiamo a riferimento il valore di una pensione media molto diffusa nel nostro territorio, facciamo per esempio di 1500 euro lordi mensili, la trattenuta complessiva sarà di circa 18 euro. Si tratta di valori che non cambiano in sé stessi il tenore di vita delle persone, ma se consideriamo che l’incremento delle pensioni è passato in tre anni dal 3% del 2013 allo 0,3% del 2015 si capisce come questa trattenuta cominci a pesare anche sul mantenimento della capacità di spesa delle pensioni. Il valore delle pensioni in relazione al costo della vita è diminuito sensibilmente, anche a causa dell’aumento delle imposte locali che non vengono considerata dall’indice Istat che calcola il modo in cui le pensioni devono crescere”.

“Se a tutto questo – conclude – aggiungiamo che i pensionati sono l’unica categoria di cittadini e contribuenti che non ha avuto alcun beneficio dagli ultimi interventi di legge, a partire dagli 80 euro dai quali sono stati esclusi anche per il 2015, il conguaglio negativo ha addirittura il sapore della beffa. A Gennaio 2015 decideremo a livello nazionale e regionale come affrontare una situazione divenuta davvero insostenibile”.