Tavolo provinciale di crisi per l’edilizia: un convegno per ripartire

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LECCO – Un tavolo provinciale dedicato all’edilizia, organizzato per fare il punto sullo stato di crisi in cui versa il settore e pensare ad azioni capaci di ridare ossigeno alle aziende. Questa la natura dell’incontro che si è tenuto nel pomeriggio di martedì 17 luglio all’interno della Sala Ticozzi di via Ongania. Promosso dalla Provincia di Lecco, il tavolo ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni locali, delle associazioni imprenditoriali del settore delle costruzioni, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, degli ordini professionali e alcuni sindaci del territorio lecchese, tra cui Virginio Brivio.

Circa tre ore di interventi e dibattito che hanno visto la maggior parte dei presenti concordi su un unico e drammatico punto: la sempre più preoccupante situazione di crisi in cui versa il settore dell’edilizia. I dati non fanno che confermare questo grave trend: “negli ultimi anni – ha spiegato l’assessore provinciale allo Sviluppo economico e al Lavoro, Fabio Dadati – abbiamo assistito a notevoli flessioni nei permessi concessi per nuove costruzioni così come per l’ampliamento di immobili già presenti. Diminuito anche il volume degli edifici di nuova costruzione ed è da segnalare il sempre più consistente calo dai lavoratori nel settore. Per quanto riguarda, poi, i tipi di contratto di lavoro, anche in quest’ambito crescono le collaborazioni a progetto e diminuiscono i rapporti a tempo indeterminato”.

Il lungo pomeriggio di dibattito è stato aperto dal presidente della Provincia, Daniele Nava. “Da almeno un anno – ha spiegato – il comparto delle costruzioni è quello più duramente colpito dalla crisi, con una preoccupante contrazione dei livelli produttivi e occupazionali. A detta degli addetti ai lavori, sembra che ancora non si riesca a intravvedere la luce alla fine del tunnel. Sappiamo – ha proseguito – che la crisi non colpisce solo il nostro territorio e che si tratta di qualcosa di diffuso, nonostante questo penso che le politiche e le scelte prese a livello locale possano in qualche modo modificare la situazione. L’approccio che gli amministratori hanno nei confronti della crisi dell’edilizia può essere determinante ed è per questo motivo che abbiamo voluto dare vita al tavolo di dibattito, così da confrontarci e provare a trovare delle nuove strade da intraprendere”.

“Nei mesi scorsi – è intervenuto Dadati – abbiamo promosso diverse riunione tematiche con tutti i principali attori del settore delle costruzioni e siamo riusciti a individuare quattro temi principali, su cui vogliamo ora puntare l’attenzione. Si tratta – ha spiegato – della facilitazione dell’accesso al credito da parte delle imprese edili e dei cittadini che intendano effettuare investimenti; del sostegno alle attività di ristrutturazione/riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, con particolare attenzione al risparmio energetico; della costruzione di un rapporto più semplice e collaborativo tra i soggetti coinvolti nella filiera dell’edilizia e, infine, del problema del ritardo nei pagamenti alle imprese e della contrazione degli investimenti in opere pubbliche dovuti ai limiti sempre più stringenti imposti dal Patto di Stabilità. Ritengo sia importante, quindi, promuovere un confronto più ampio in quanto molte delle scelte adottate a livello locale, ad esempio le politiche di pianificazione territoriale e di urbanistica, sono strettamente connesse alle opportunità di sviluppo economico del territorio e possono avere significative conseguenze sulla capacità del sistema territoriale di reagire alla crisi e riprendere il cammino della crescita”.

Concorde su questo aspetto anche il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, il quale ha colto l’occasione per esporre ai presenti in sala quelle che a suo parere potrebbero essere delle strategie a livello locale capaci di dare nuovi stimoli al mercato in crisi (leggi l’intervento completo del sindaco).

Ma l’allarme è arrivato soprattutto da chi lavora a stretto contatto con il settore edilizio. A partire dal vicepresidente della Camera di Commercio di Lecco, Arnaldo Redaelli. “I dati degli ultimi tempi sono spaventosi – ha affermato – e credo che nessuno di noi riesca a ricordare di aver visto una situazione vagamente simile in passato. Il settore dell’edilizia – ha precisato – è un ambito particolare e che generalmente riesce a superare abbastanza indenne le crisi. Il motivo sta nella complessità del prodotto, che necessita di lunghi cicli produttivi in grado di chiudersi nel momento della ripresa economica. Questa volta sta andando diversamente e come Camera di Commercio vogliamo essere un anello di congiunzione tra l’amministrazione pubblica e le imprese. Abbiamo la volontà – ha continuato – di metterci insieme per cercare una via d’uscita, a partire dalla necessità di investire sul risparmio energetico, vero vettore per l’aumento del lavoro nella ristrutturazione”.

Meno diplomatico e dal tono decisamente preoccupato, poi, il vicepresidente di Ance Lecco, Sergio Piazza, il quale ha esordito chiedendo ai comuni di agire senza tenere conto del Patto di Stabilità. “Il tempo per pensare a come risolvere la crisi non c’è più. Dall’inizio della depressione ad oggi – ha affermato – sono stati persi ben 325 mila posti di lavoro e questo mi porta a dire solo una cosa, ossia che i tavoli di dibattito vanno bene ma che devono essere seguiti dai fatti. Basta con i ritardi di pagamento da parte degli enti pubblici: se un’impresa ha lavorato bene allora deve ricevere quanto le spetta. Le aziende che hanno chiuso non riapriranno più e siamo già fuori tempo massimo”.

A segnalare una situazione grave ci ha pensato anche il presidente di Confartigianato Imprese Lecco, Daniele Riva. “Come associazione rappresentiamo circa 800 imprese edili e tutta una serie di comparti che sono legati all’edilizia. Il mondo dell’artigianato è frenato da due blocchi principali: quello della produzione e quello, appunto, del settore edile, che negli anni novanta rappresentava il traino di tutta l’economia lombarda”.

Ma quali possono essere, quindi, le strade da intraprendere? Riqualificare quanto già esistente sembra essere un’opzione. “È inutile costruire nuovi edifici – ha commentato Carmelo Orlando, segretario FENEAL UIL Lecco – quando ce ne sono di invenduti. Bisogna rilanciare il discorso sul risparmio energetico”. Punto, questo, su cui è intervenuto anche l’assessore provinciale all’Ambiente, Carlo Signorelli. “Abbiamo preso tre impegni con l’Unione Europea: diminuire del 20 % le emissioni di gas serra, aumentare sempre del 20 la produzione di energie rinnovabili e diminuire della stessa percentuale i consumi. La nostra edilizia è vecchia e necessita di adeguamenti lungo queste direzioni, se possibile senza gli eccessivi vincoli paesaggistici che provengono dalla Soprintendenza”.