CALOLZIOCORTE – Il Lavello di Calolziocorte sarà un museo all’aperto con le sculture di Antonio Guerra, Pietro Formenti e dell’amico Mauro Benatti, purtroppo scomparso nel 2014.
Le opere, tutte di discrete dimensioni, sono realizzate, come dice il titolo, in pietra, ferro e legno. La mostra è collocata in parte nel complesso conventuale, in parte lungo i portici dell’Osteria Marascia oltre che nel sagrato e sotto i portici della chiesa. Sarà aperta dal 14 luglio al 30 settembre.
Brevi biografie degli artisti
Mauro Benatti nasce ad Airuno nel 1947. La passione per “le belle arti” lo fa iscrivere, alla fine degli anni ’70, alla “scuola d’arte pura e applicata” di Merate dove da allievo diventerà maestro. La sue materie d’insegnamento sono “copia dal vero” e “figura”.
E’ l’acquerello la tecnica preferita inizialmente ma nel 1987 un incarico affidatogli per preparare una serie di manichini per la sfilata di moda “pitti uomo” lo porta a preferire la scultura. La finissima e aerea tela di ferro che utilizza gli ispira “Icaro” opera-simbolo del suo percorso artistico. mauro modella le sue opere con materiali e tecniche diverse spesso recuperando materiali considerati di “scarto” che, nelle sue mani, si trasformano in sculture davvero uniche e originali.
Pietro Formenti nasce a Brivio nel 1951. E’ da sempre appassionato di disegno e pittura figurativa che approfondisce negli anni frequentando scuole d’arte. E’ però l’amico Mauro Benatti che lo instraderà verso la scultura che diventerà la sua forma d’arte preferita. Pietro utilizza sia ferro sia legno che abbina spesso nelle sue opere, ma è il legno il materiale preferito in particolare cirmolo e cedro. I soggetti di Pietro spaziano anche nel mondo animale. I gufi sono i prediletti e li scolpisce spesso in luoghi montani o direttamente su tronchi di alberi che rimangono nel luogo dove sono cresciuti. in coppia con altri scultori, fra cui mauro, ha realizzato sculture di ghiaccio anche di notevoli dimensioni.
Antonio Guerra nasce a Lecco nel 1963. E’ la scultura che predilige sin dall’infanzia. I fiori dei prati, intagliati da bambino, sono sostituiti dalla fiamma e dalla figura femminile, principale musa ispiratrice delle sue opere. E’ il legno ma in primis sono marmo e altre pietre i materiali usati a cui si aggiunge il ferro, scelto soprattutto per le opere pubbliche. ricordiamo “natività” opera in ferro del 1995, creata appositamente per il convento del Lavello, per arrivare a “Dna – La spirale della vita” realizzata nel 2016 per Telethon. Particolarmente cara all’artista è l’abbraccio, in marmo bianco di Carrara, realizzata nel 2005 e collocata nel comune di Vercurago.