Nuova missione umanitaria verso Gaza, solidarietà dalla Tavola Lecchese per la Pace

Tempo di lettura: 2 minuti

“Dobbiamo unirci, al di là delle differenze, nel continuare a fare vento nelle vele di pace”

LECCO – Una nuova missione congiunta composta da nove imbarcazioni e con a bordo circa 150 persone tra professionisti sanitari e giornalisti è stata oggi abbordata dall’esercito israeliano mentre era diretta verso la Striscia di Gaza.

L’iniziativa, organizzata dalle reti Freedom Flotilla e Thousand to Gaza, mirava a portare aiuti sanitari e informazione indipendente nella regione, nel tentativo di rompere il blocco sanitario e mediatico che da mesi affligge la popolazione.

Secondo gli organizzatori, si tratterebbe di un nuovo atto di pirateria in acque internazionali, dopo quello compiuto contro la Global Sumud Flotilla, che trasportava aiuti alimentari destinati ai palestinesi.

Sulla vicenda è intervenuta la Tavola lecchese per la pace, che ha espresso indignazione per il blocco della missione e solidarietà con i volontari e i giornalisti a bordo.

In una nota, il Tavolo afferma: “Dopo l’atto di pirateria compiuto dal Governo di Israele contro la Global Sumud Flotilla, ora una nuova missione umanitaria è stata bloccata illegalmente. Dobbiamo unirci, al di là delle differenze, nel continuare a fare vento nelle vele di pace. Sosteniamo ancora con più forza questa nuova missione umanitaria: dobbiamo obbligare tutte le parti a fare la pace.” L’appello invita la comunità internazionale e la società civile a non rimanere indifferenti e a sostenere con forza ogni iniziativa di pace e di aiuto alla popolazione di Gaza.

La condizione a Gaza resta drammatica: ospedali al collasso, carenza di medicinali, blackout prolungati e scarsità di acqua potabile. “Le missioni della Freedom Flotilla Coalition cercano di portare aiuti e testimonianza diretta, ma vengono regolarmente intercettate dalle forze israeliane, che considerano illegali i tentativi di violare il blocco navale”. Il Tavolo lecchese per la pace ha annunciato che nei prossimi giorni saranno promosse iniziative di sensibilizzazione e momenti pubblici di solidarietà per chiedere il rilascio dei partecipanti alla missione e il rispetto del diritto umanitario internazionale.

“Non possiamo voltare lo sguardo – conclude la nota – davanti a chi rischia la propria sicurezza per portare aiuto, testimonianza e speranza. La pace va costruita insieme, ogni giorno”.