LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
Gentile direttore,
salvo ripensamenti dell’ultima ora, pare che l’amministrazione comunale di Lecco guidata dal sindaco Virginio Brivio abbia -di nuovo- smentito se stessa. E l’avrebbe fatto a proposito di una delicata vicenda, e cioè quella della vertenza Leuci. I lavoratori della storica fabbrica lecchese, infatti, stanno conducendo un’estenuante battaglia di dignità contro i rappresentanti di un’imprenditoria appassionata più alle rendite immobiliari delle aree piuttosto che ai salari, ai metri quadrati piuttosto che agli investimenti.
Per impedire che il lavoro cedesse il passo al metro cubo, il 15 ottobre 2012, Consiglio comunale di Lecco aveva perciò votato e approvato a larga maggioranza (33 voti favorevoli su 41) un ordine del giorno intitolato “Economia e occupazione a Lecco: situazione congiunturale e crisi aziendali”.
Al suo interno si poteva leggere:
“Il Consiglio comunale […] ribadisce l’impegno, con riferimento anche al nuovo Piano di governo del territorio, a favore di scelte finalizzate a salvaguardare le aree che la città ha destinato nel tempo alla produzione e al lavoro”. E ancora: “Si tratta di aree con evidenti finalità sociali e per questa ragione, anche per l’area Leuci, le proprietà non potranno operare puntando a rendite speculative, ma saranno chiamate a impegni concreti per assicurare una destinazione coerente con il lavoro, il bene comune e le finalità pubbliche delle relative aree”.
Una dichiarazione inequivocabile, che mai avrebbe potuto concepire scambi al ribasso tra l’amministrazione e la proprietà di un’azienda lasciata lentamente morire.
A un anno e mezzo da quella formale presa di posizione le idee sono cambiate e la coerenza di qualcuno sembra essersi spenta come una lampadina stanca. Ci riferiamo nello specifico all’assessore alle Attività produttive Armando Volonté e al sindaco, che risponde politicamente della scelta del suo collega di governo.
Il 21 gennaio di quest’anno, infatti, con assai meno rilevanza mediatica dei trascorsi (e celebrati) strenui tentativi di tenere in vita il sito industriale, l’amministrazione comunale di Lecco ha firmato una bozza di lettera d’intenti per la parziale reindustrializzazione dell’area Leuci, che dovrebbe essere resa pubblica a giorni- dove sarebbe stato concordato (insieme ad altre istituzioni locali e Leuci Spa) l’impegno del Comune di Lecco ad avviare le procedure necessarie affinché una parte della superficie possa avere una diversa destinazione d’uso.
L’accordo (o compromesso al ribasso) vedrebbe la Leuci Spa (Gruppo Relco) cedere 7mila metri quadrati dell’attuale superficie, poco più di un terzo dell’area complessiva -seppur di minor pregio rispetto alla restante parte-, ad altri imprenditori interessati a insediarsi in tempi rapidi nell’area. In cambio, nonostante l’Odg del Consiglio comunale e le rassicurazioni delle sigle sindacali coinvolte nella trattativa, l'”imprenditore” Pisati otterrebbe l’avvio delle procedure per la variazione della destinazione d’uso di una porzione dell’area, e cioè la restante parte dei 19mila metri quadrati circa totali, tramite alcune osservazioni al Pgt che il Comune di Lecco ha adottato lo scorso 25 gennaio 2014.
Augurandoci che il contenuto della lettera d’intenti possa essere profondamente rivisitato nelle ore che precedono la sua pubblicazione, riteniamo fondamentale un chiarimento da parte dell’amministrazione comunale.
– In forza di quale mandato il Comune di Lecco avrebbe confermato un precedente impegno a cambiare destinazione d’uso all’area Leuci, contraddicendo quanto deliberato dal Consiglio comunale non più tardi di un anno e mezzo fa? Secondo quali valutazioni o passaggi istituzionali?
– Vi sono già state delle proposte da parte della proprietà a riguardo del destino di quelle superfici (residenziale, commerciale, altro)?
– Data l’area messa a disposizione da Leuci Spa (7mila mq), è ancora ipotizzabile un polo produttivo credibilmente alternativo in grado di assorbire i lavoratori della Leuci?
– Stando agli accordi più recenti, quanti posti di lavoro sarà in grado di assicurare (assorbendoli) il ridimensionato polo alternativo?
Crediamo sia importante fare chiarezza, anche per comprendere se e quanto influisca ancora il Consiglio comunale di Lecco.
Qui Lecco Libera