Uoei Lecco. Rocco Ravà racconta il deserto: “Lì dentro sei piccolissimo”

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Il presidente Andry Dell'Oro (a sinistra) consegna a Rocco Ravà il libro dell'Uoei
Il presidente Andry Dell’Oro (a sinistra) consegna a Rocco Ravà il libro dell’Uoei

 

LECCO – “Uno degli ultimi spazi al mondo dove la natura è ancora sovrana. Lì dentro sei piccolissimo”.

Con queste semplici parole Rocco Ravà è riuscito a descrivere da dove nasce tutto il suo amore per il deserto. Membro del Gruppo Gamma, 44 anni, milanese, è figlio di Pietro un Ragno della Grignetta. Ravà ha giocato in casa presentando una bellissima serata nella sede dell’Uoei di Lecco, l’ultima di un ciclo che è riuscito a portare in città personaggi di qualità.

“Sono contento di fare questa serata tra amici – ha detto prima di cominciare il suo racconto -. Mio padre era medico e mia madre biologa, negli anni ’70 hanno deciso che non era quello che volevano fare. Partimmo dal Kenia con un Land Rover e dopo sei mesi arrivammo in Italia”.

Nasce così il suo amore per il deserto: “Il deserto aveva colpito i miei genitori e soprattutto era riuscito a dare a mio padre, che è un Ragno della Grignetta, sensazioni uniche, come quelle che provava in montagna. Così cominciarono a organizzare viaggi nel deserto. Per me è stata la normalità di vita essere diviso tra due mondi”.

Ravà ha raccontato 40 anni di viaggi nel deserto e non solo. Le immagini più recenti si sono mischiate a vecchie fotografie sgranate, in un alternarsi di emozioni e panorami mozzafiato. Deserto e montagne, questo il filo che ha accompagnato il pubblico per tutta la serata.

Quando parlo di famiglia mi riferisco sempre a una famiglia allargata – ha detto – perché quando si fanno certi viaggi si entra in contatto con le persone in maniera profonda: i miei migliori amici arrivano dalle montagne o dal deserto. La fortuna più grande della mia vita è stato poter incontrare persone molto diverse da me che altrimenti non avrei mai conosciuto”.

Ravà, nel suo racconto, ha lasciato trasparire un’ammirazione profonda per la gente del deserto: “L’apertura mentale di queste persone è uno degli insegnamenti più grandi che mi ha dato il deserto. Hanno un senso dell’orientamento prodigioso, riescono a raccontarsi percorsi di centinaia di chilometri descrivendo come cambiano i grani di sabbia. Hanno uno conoscenza della natura sbalorditiva”.

“Il deserto non è assolutamente un grande vuoto come si può pensare, anzi, ospita giganteschi massicci montuosi che hanno una importanza vera. Esiste una vera e propria tradizione alpinistica Sahariana”.

Ravà ha accompagnato gli spettatori in questo viaggio stupendo: “E’ uno degli ultimi spazi al mondo dove la natura è sovrana. Non c’è inquinamento luminoso perciò, quando cala il sole, è buio pesto… ma se c’è la luna piena riesci anche a leggere un libro”.

E infine la Groenlandia: “Dopo il deserto è il posto che mi piace di più, sembrano agli antipodi ma in realtà la Groenlandia è un deserto bianco. Ho scoperto che un Inuit e un Tuareg riescono a capirsi alla perfezione: fanno gli stessi nodi, caricano i bagagli alla stessa maniera. Questo indica che per vivere nella natura c’è una sola via”.

Un racconto meraviglioso, di fronte alla potenza delle immagini è stato impossibile non dare spazio alla fantasia. Al momento delle domande, una ha raccolto il pensiero di tutti: “Quando partiamo?”