MILANO – Alla vigilia delle celebrazioni in ricordo della strage di Capaci e a margine della seduta della Commissione speciale Antimafia, il presidente Gian Antonio Girelli ha voluto sottolineare l’impegno di Regione Lombardia e stimolare i lavoro dell’Aula.
Ecco il testo dell’intervento.
“La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle Istituzioni” (Giovanni Falcone).
“Dal 1992 ad oggi ogni anno il 23 maggio ricordiamo la strage di Capaci e l’assassinio di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca e degli uomini della sua scorta Vito, Rocco e Antonio. Accompagnato nel ricordo in modo ormai indissolubile con Paolo Borsellino e di tanti magistrati, esponenti delle forze dell’ordine e cittadini vittime della ferocia mafiosa. Da quel giorno tra luci e ombre la Giustizia ha svolto il suo percorso giungendo a dei pronunciamenti. Da allora il fenomeno mafioso, in tutte le sue declinazioni, non ha smesso di operare, radicarsi sul territorio, trovare altri canali economici attraverso i quali operare. Anche in Lombardia dove una serie di riscontri segnalano quanto sia presente l’infiltrazione mafiosa vedendo coinvolte pubbliche amministrazioni e operatori privati. Accanto a settori da tempo conosciuti – stupefacenti, prostituzione, pubblici appalti – se ne scoprono sempre di nuovi, quali il gioco d’azzardo e l’usura. Recentemente è stata istituita la Commissione Regionale Antimafia. Far conoscere nella sua cruda realtà il fenomeno, insegnare a individuarlo con precisione, produrre norme, per quanto ci compete, capaci di ostacolarlo in tutti i modi, favorire leggi tese a prevenire le situazioni di possibile esposizione, essere vicini in tutti i modi alle vittime dell’attività mafiosa, favorire una ferma e decisiva risposta politica e sociale attraverso una mobilitazione “culturale” è l’obiettivo che ci si vuole dare. Lo faremo creando una rete fra tutte le istituzioni lombarde e di altre Regioni, cercando un patto con le cittadine e i cittadini della nostra Lombardia dove la legalità deve diventar un vero e proprio “marchio” territoriale. Questo significa svolgere il ruolo al quale siamo stati chiamati, questo significa rispondere all’appello di Giovanni Falcone di dare il meglio nel nostro ruolo istituzionale, questo significa trasformare il ricordo di un sacrificio da retorica abitudine, a concreta testimonianza”.