Tumori del rene: una diagnosi precoce è la prima arma per combatterli

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Le neoplasie renali al centro di questa nuova puntata di ‘L’urologo risponde’ con il dott. Salvatore Scuzzarella

“Le cause di questi tumori sono genetiche, impossibile prevenirli ma gli esami diagnostici possono aiutarci ad individuarli e curarli per tempo”

 

LECCO – Sintomi specifici, purtroppo, sono riscontrabili solo quando la malattia è ad uno stadio avanzato ma con le attuali conoscenze mediche, per fortuna, è frequente ottenere la guarigione: stiamo parlando dei tumori del rene, neoplasie legate ad una predisposizione genetica e per questo possono essere presenti in tutte le fasce di età e interessano entrambi i sessi.

“Sono meno frequenti in età giovanile, aumentano la loro incidenza con l’avanzare degli anni – spiega l’urogolo Salvatore Scuzzarella, professionista del centro medico In Salus di Lecco. – A seconda della tipologia istologica hanno un’evoluzione lenta ma progressiva. I sintomi più frequenti sono il senso di peso addominale, mal di schiena e comparsa di sangue nelle urine”.

Essendo sostenuti da una causa genetica “attualmente non è possibile prevenirli – aggiunge l’esperto – ma è possibile una diagnosi precoce e quindi curarli prima che insorgano i sintomi”

Come prevenire?

L’esame più semplice per la diagnosi precoce è l’ecografia che utilizza innocui ultrasuoni in grado di fotografare con un’alta definizione gli organi interni.

“I reni presentano spesso delle formazioni cistiche che si appaiono all’ecografia come immagini rotondeggianti omogeneamente di colore nero in quanto sono a contenuto liquido proteico e quindi non patologiche – rimarca il medico – queste formazioni vanno tenute sotto controllo periodico ma la loro evoluzione maligna, per quanto possibile, è rara. Le formazioni neoplastiche invece si presentano, sempre di forma rotondeggiante ma con una struttura di colore grigio più o meno scuro con all’interno una vascolarizzazione. E’ difficile dall’ecografia determinare la malignità di queste lesioni, pertanto si approfondisce con una TAC addome con mezzo di contrasto”.

La TAC è un esame non invasivo di rapida esecuzione e illustra con una eccellente definizione la natura e i rapporti anatomici della lesione in analisi e dà informazioni su tutti gli organi addominali.

“Le dimensioni dei tumori renali variano a seconda del momento della loro scoperta, da pochi millimetri fino al completo sovvertimento del rene ( 10 cm e oltre) – spiega il dott. Scuzzarella – A volte può essere utile una risonanza magnetica nucleare, soprattutto nelle forme cistiche con contenuto solido”.

Dopo la diagnosi, la terapia

“Nei casi di lesioni piccole, inferiori al centimetro, si consiglia una sorveglianza nel tempo con ecografia o TAC semestrali – spiega il medico – Nelle lesioni superiori al centimetro è consigliabile la rimozione con tecnica laparoscopica robotica. Di solito è possibile asportare esclusivamente il tumore risparmiando il rene, in alcuni casi è necessario rimuovere tutto l’organo, sempre in modo mininvasivo. Il rene residuo compensa la carenza dell’organo mancante”.

La chirurgia, rimarca il dott. Scuzzarella, “è normalmente l’unica terapia necessaria, salvo la presenza di metastasi che trova beneficio da una terapia medica di supporto”.

Il riscontro più frequente di queste patologie è incidentale, cioè nel cercare la causa di un sintomo diverso si trova una lesione renale misconosciuta.

“Quindi il consiglio utile per una diagnosi precoce – rimarca il medico – è di eseguire un’ecografia addominale ad intervalli di 3/5 anni anche se non si hanno sintomi per evitare di arrivare ad un riscontro tardivo che obbliga alla rimozione del rene”.

Nel prossimo articolo della rubrica ‘L’urologo risponde”, il dott. Scuzzarella ci parlerà dei tumori della vescica

In SalusDott. Salvatore Scuzzarella
In Salus – Centro Medico Polispecialistico
Lecco – Corso Carlo Alberto 17/A
Tel. 0341 367512

 


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