Tumori della vescica: il sangue nelle urine è il primo campanello d’allarme

Tempo di lettura: 3 minuti

Come diagnosticare e come si curano i tumori alla vescica? Ne parliamo con l’urologo Dott. Salvatore Scuzzarella (In Salus)

“Predisposizione genetica, fumo e inalazione cronica di vernici possono causare forme aggressive. Mai sottovalutare la presenza di sangue nelle urine”

 

LECCO – La presenza più o meno evidente di sangue nelle urine è il primo importante campanello d’allarme, un sintomo da non sottovalutare e da sottoporre ad approfondimento diagnostico: è infatti questa una delle manifestazioni del tumore della vescica.

“Queste neoplasie si formano generalmente in forma di polipi della mucosa, sono legati ad una predisposizione genetica, il fumo e l’inalazione cronica di vernici possono fare da catalizzatore nelle forme più aggressive – spiega il dott. Salvatore Scuzzarella, urologo del centro medico In Salus di Lecco – Possono interessare sia la parete interna della vescica che la parete degli ureteri o le cavità escretrici del rene, hanno una discreta tendenza alla recidiva e la diagnosi precoce è fondamentale per la prognosi”.

Il sangue nelle urine è dunque un segnale da tenere in forte considerazione: “L’abitudine di assumere un antibiotico in modo empirico è sbagliata, perché ci può fare perdere del tempo prezioso – aggiunge l’urologo – altri sintomi che ci devono porre il sospetto sono l’urgenza minzionale cioè l’insolita voglia di urinare continuamente e con bruciore, resistente a tutte le terapie”.

Quali esami effettuare?

“Dopo essersi rivolti al proprio medico curante, è necessario effettuare un esame delle urine, urinocoltura, esame citologico delle urine su tre campioni (ci dice se ci sono cellule atipiche nel sedimento urinario), un’ecografia urologica – spiega il dott. Scuzzarella – A seguire potrebbe essere necessaria una cistoscopia e una TAC addome con contrasto”.

 

Fatta la diagnosi si procede per l’asportazione del polipo con tecnica endoscopica attraverso l’uretra: “L’esame istologico ci definisce le caratteristiche di aggressività della neoplasia – spiega il medico – Se la diagnosi è precoce, la guarigione è l’epilogo finale. A volte è necessario associare delle instillazioni vescicali che aiutano ad evitare le recidive”.

“Se in famiglia si hanno dei parenti stretti che hanno avuto questo tipo di patologia, è utile eseguire periodicamente un esame citologico delle urine ed un’ecografia urologica – prosegue l’urologo – Quindi in caso di sangue nelle urine non bisogna accontentarsi del fatto che il sintomo si riduce ma approfondire sempre per escludere patologie più importanti”.

Nel prossimo articolo, il dott. Scuzzarella ci parlerà di un tema più ‘leggero’ ma sicuramente d’interesse per le famiglie con figli piccoli, ovvero perché i bambini e gli adolescenti bagnano il letto di notte e quali soluzioni per superare questo problema. 

In SalusDott. Salvatore Scuzzarella
In Salus – Centro Medico Polispecialistico
Lecco – Corso Carlo Alberto 17/A
Tel. 0341 367512

 


ARTICOLI PRECEDENTI

30 Maggio – Tumori del rene: una diagnosi precoce è la prima arma per combatterli

18 Maggio – Le infezioni dell’apparato urinario femminile: “Il modo migliore di curarle è evitarle”

27 Aprile – La bicicletta fa male alla prostata? L’urologo: “Sfatiamo un falso mito”

04 Aprile – Prostata ingrossata: prevenzione e cura, i consigli dell’urologo

16 Marzo – Prostata ingrossata. L’urologo: “Ecco come riconoscerne i sintomi”

28 Febbraio – Terza età. L’urologo Scuzzarella: “Prendiamoci cura dei nostri nonni”

13 Febbraio –  L’urologo: dopo i 45 anni, quando è meglio sottoporsi ad un controllo

30 Gennaio – Sai che anche per bambini e adolescenti è importante una visita urologica?

10 Gennaio – L’urologo risponde: partiamo dai problemi urologici nel bambino

28 Ottobre – La nuova rubrica “Un urologo per amico”