Ospiti di rilievo ieri al Villoresi per il convegno del Maggio Manzoniano: presenti il prefetto dell’Ambrosiana e il professor Frare della Cattolica
Ad aprire gli interventi è stato il professor Proserpio, docente all’istituto comprensivo Manzoni di Merate
MERATE – Anche quest’anno al tavolo del seminario di formazione del Maggio Manzoniano sono arrivati relatori di grande prestigio e di sicuro interesse. Stefano Motta, preside del Collegio Villoresi e direttore artistico della rassegna ha introdotto Monsignor Marco Ballarini, prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano, Pierantonio Frare, docente di Letteratura Italiana presso l’Università Cattolica, e Lorenzo Proserpio, dell’IC Manzoni di Merate, che ha aperto il pomeriggio con una comunicazione sulla scuola al tempo di Manzoni.
La scuola del Manzoni
La scuola in generale, con i programmi di Grammatica, Retorica, Umanità, e la scuola in particolare, il Collegio dei Padri Somaschi di Merate che oggi porta il nome del grande scrittore.
La relazione di Pierantonio Frare ha lumeggiato in modo suggestivo alcuni aspetti non soliti del “Cinque Maggio”, con un argomentato parallelismo tra la figura di Napoleone e quella dell’innominato e le suggestioni recuperate dal canto XI del Purgatorio dantesco e da due Inni Sacri di Manzoni, Il Natale e La Pentecoste. “L’ode di Manzoni è spesso interpretata come un epicedio, un omaggio funebre alla fine di un grande personaggio, e invece segna il genetliaco – ha concluso Frare – perché nella visione manzoniana la morte di Napoleone, col pentimento sotteso per la “cruenta polvere” che ha seminato nelle sue campagne militari, costituisce un vero dies natalis per la Gloria ancora maggiore”.
Monsignor Ballarini ha invece presentato un’opera davvero importante e di recentissima pubblicazione, il Dizionario biblico della Letteratura italiana, con veloci e appassionanti escursioni tra le pagine di alcuni scrittori (Pulci, Giordano Bruno, Parini) e una rivisitazione davvero sentita dell’opera di Manzoni alla luce del messaggio biblico in filigrana. La rilettura della vicenda dei Promessi Sposi reinterpretata secondo il capitolo 13 della Prima Lettera di San Paolo ai Corinti è stata molto più di una lezione di letteratura per il pubblico che ha partecipato con interesse e competenza.
Un Maggio manzoniano appassionante
Dopo l’intervento di Vittorio Sgarbi, dunque, un altro punto di prestigio messo a segno dal Maggio Manzoniano di quest’anno e dal suo direttore artistico, Stefano Motta. “Un peccato che non ci sia Giusi Spezzaferri a godere di tutto questo”, ha chiosato in conclusione l’Assessore alla Cultura Federica Gargantini.