Anche nel 2022 quasi tutte le mucche hanno trovato una “collocazione”
Un progetto che avvicina agli alpeggi e ne fa conoscere le modalità di gestione, coniugando l’aspetto turistico alla cultura del km 0
BELLANO – Scegliere tra una sequenza di foto su Facebook la mucca che si preferisce, con tanto di nome sottostante, e adottarla attraverso il rilascio di un certificato: tutto questo è “Adotta una mucca”, che anche quest’anno ha destato curiosità e tenuto banco presso l’InfoPoint di Bellano.
Il progetto si è concluso ufficialmente il 30 settembre, termine ultimo per il ritiro di prodotti caseari nell’alpeggio in cui era situata la mucca selezionata e inclusi nel costo del certificato di adozione dal valore complessivo di 60 euro. Di questi, 40 euro erano destinati proprio all’acquisto dei beni alimentari, mentre la restante parte servirà da supporto alla realizzazione di alcuni lavori di restauro negli alpeggi e nella casera.
Un’iniziativa sviluppata proprio per sostenere queste realtà e aiutare a riscoprire la tradizione delle mucche al pascolo, nata nell’estate 2021 su volontà dell’Amministrazione comunale di Bellano. A essere coinvolti in particolare gli alpeggi di Camaggiore e di Chiaro, anche se nell’area di competenza rientra anche quello di Tedoldo, che attualmente però non risulta gestito e pertanto nemmeno coinvolto nella proposta.
“Il comune di Bellano dà in concessione tutti gli anni queste strutture a delle aziende agricole attraverso la partecipazione a dei bandi dedicati – spiegano dall’InfoPoint di Bellano -. In estate gli addetti salgono verso gli alpeggi e li aprono insieme alla casera”.
In rapporto alla rassegna dello scorso anno, dove tutte le mucche erano state adottate e anzi era giunta persino una richiesta aggiuntiva di esemplari, non si ha avuto un boom di pari livello in termini di adozione. A bilancio finale però, quasi tutte le mucche hanno trovato una ‘collocazione’. “Le richieste di adozione rispetto al 2021 sono sopraggiunte più diluite nel tempo – spiega l’assessore al Turismo Irene Alfaroli – C’è da dire che, a differenza dell’edizione precedente, abbiamo introdotto il vincolo del 30 settembre per non mettere i casari in difficoltà, poiché trascorso un certo periodo tornano a valle, e questo potrebbe aver in parte scoraggiato i potenziali partecipanti”.
Sottolinea poi l’assessore: “Non siamo i primi ad aver dato vita a questa iniziativa: già mi era capitato di vederla in Valsugana, ma anche a livello regionale in Valtellina. Abbiamo quindi deciso di prendere spunto e di adattarla alle nostre esigenze. Tre sono i benefici che ‘Adotta una mucca’ riesce ad apportare al territorio: attira turisti e appassionati di montagna portandoli in zone poco conosciute dei nostri rilievi, avvicina le persone al km 0 attraverso il consumo dei prodotto caseari e si rivela un’iniziativa simpatica e ludico-didattica anche per i bambini. Insomma, coniuga l’aspetto turistico e culturale alla conoscenza di come viene gestito un alpeggio, assumendo anche un valore conservativo perché con parte del ricavato raccolto si rendono possibili piccoli interventi di restauro alle strutture”.