LECCO – Sono passati 44 anni da quando Ernesto Panzeri, papà di Manuele, partecipò alla vittoriosa spedizione dei Ragni della Grignetta al Cerro Torre.
Era il 1974, Mario Conti e Casimiro Ferrari, Daniele Chiappa e Pino Negri, toccarono la vetta il 13 gennaio. Il gruppo contava anche Gigi Alippi, Giuseppe Lafranconi, Pierlorenzo Acquistapace, Angelo Zoia, Claudio Corti, Sandro Liati, Mimmo Lanzetta e, appunto, Ernesto Panzeri.
“Io sono arrivato a 200 metri dalla cima. Se il tempo avesse tenuto ancora un giorno andavamo su tutti. Fu un grande lavoro di squadra. Il cibo scarseggiava e fummo costretti a scendere per dare la possibilità agli altri di raggiungere la vetta”.
Venerdì scorso, 26 gennaio, dopo due giorni in parete e un bivacco a 40 metri dalla cima, il figlio Manuele era su quella vetta carica di storia (vedi articolo). “Panza”, 46 anni di Ballabio, Guida e volontario del Soccorso Alpino è anche membro del Gruppo Gamma, di cui suo padre fu uno dei fondatori. Con lui un altro lecchese Giovanni Giarletta, “Charly”, 37 anni di Lecco e vice capo stazione della Stazione Grigne del Soccorso Alpino di Lecco. A completare la cordata il varesino Tommaso Sebastiano Lamantia, 35 anni, anche lui volontario del Soccorso Alpino.
I primi lecchesi, dopo 44 anni, a tornare sul Cerro Torre: “La montagna è sempre quella, con tutte le sua difficoltà – ha detto Ernesto Panzeri. – Cambiano un po’ le strutture di ghiaccio del fungo e dicono che le condizioni meteo siano leggermente migliorate. Sicuramente, ieri come oggi, ci vogliono determinazione e un pizzico di fortuna perché in Patagonia il tempo ci mette un attimo a cambiare. Noi siamo stati giù un mese e in tutto avrà fatto una settimana di bel tempo, ovviamente non consecutiva”.
Ciò che certamente è cambiata è l’attrezzatura: “Nel 1974 fu un vero e proprio assedio alla montagna, oggi anche grazie a tutti i nuovi materiali le salite sono molto più veloci. La verità, però, è che il Cerro Torre non è cambiato, Manuele mi ha detto che è sempre una montagna molto impegnativa. Una volta, poi, anche lo stesso avvicinamento era un’impresa, El Chalten praticamente non esisteva”.
Sicuramente la soddisfazione per questa salita è grande: “Manuele era contento e io sono felice per questi tre ragazzi. Ci vuole gente determinata per raggiungere l’obbiettivo. Fortunatamente avevano portato una pala che ha consentito di aprire un varco nel fungo di ghiaccio e arrivare in cima. Per raggiungere la vetta, poi, diverse cordate di nazionalità differenti hanno unito gli sforzi, tutti alpinisti giovani, Manuele mi ha riferito di essere rimasto colpito”.
Tommaso Sebastiano Lamantia ha già fatto ritorno in Italia, mentre Manuele Panzeri e Giovanni Giarletta rientreranno il 12 febbraio: “So che Giovanni ha accusato qualche risentimento a una coscia dopo essere stato colpito da un pezzo di ghiaccio ma adesso sta molto meglio. Qualcosa faranno ancora, hanno a disposizione una decina di giorni. Attendiamo il loro arrivo per sapere tutti i particolari“.
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Di seguito riportiamo un contributo sulla storia del Cerro Torre e cosa rappresenta per Lecco.
CERRO TORRE – DATI E CRONOLOGIA