LECCO – “Leggendo le ultime statistiche ufficiali pubblicate sul sito dell’ASL di Lecco, ora ATS Monza, relative alle liste di attesa nelle Casa di Riposo (RSA) si conferma un fenomeno già presente nel semestre predente e cioè l’aumento delle “code”, un numero sempre maggiore di anziani non autosufficienti, pur iscrivendosi in diverse RSA, trovano maggiore difficoltà a trovare un posto. Il dato nuovo è l’aumento di chi cerca un posto.
La tabella riportata lo dimostra:
In sostanza c’è un aumento delle attese del 29,24% a Merate, del 24,27% a Lecco e del 22,87% a Bellano. Aumenta del 26,77% a livello provinciale.
Ho cercato di capire meglio la situazione ed ho esaminato quanto è aumentata la popolazione della Terza Età negli ultimi tre anni.
Distretto di Bellano
Gli ultrasessantacinquenni sono aumentati del 3,54%, di questi la metà sono ultrasettantacinquenni che sono aumentati del 7,3%. La popolazione sino ai 64 anni (76,4%) è diminuita dell’1,5%.
Distretto di Lecco
Gli ultrasessantacinquenni sono aumentati del 3,40%, di questi il 51,5% sono ultrasettantacinquenni che sono aumentati del 5,9%. La popolazione sino ai 64 anni (77,35%) è diminuita dell’1,5%
Distretto di Merate
Gli ultrasessantacinquenni sono aumentati del 4,94%, di questi il 48% sono ultrasettantacinquenni che sono aumentati del 6,5%. La popolazione sino ai 64 anni (78,5%) è diminuita dello 0,62%.
Come si comprende dai numeri Merate, pur avendo processi di invecchiamento più rapidi (4,94%), è il distretto più “giovane”.
Comparando i dati con la tabella dei posti RSA, Merate è il più in difficoltà perché ha un posto ogni 41,1 ultrasessantacinquenni. Se facciamo un confronto con gli ultrasettantacinquenni essi teoricamente ne avrebbero a disposizione uno ogni 19,74.
Lecco mette a disposizione un posto ogni 36,5 over 65 euno ogni 18,8 over 75.
Bellano ha un posto ogni 39 over 65 e uno ogni 19,53 over 75.
In Regione tutti gli accreditamenti sono bloccati compresi quelli relativi alle RSA. Difficile prevedere uno sblocco sia per le difficoltà politiche che la Giunta Maroni attraversa (non riescono a nominare l’assessore al welfare) e sia per il costo di eventuali nuove aperture.
Come rispondere ai nuovi bisogni che si manifestano? Come suggeriva il sito online specializzato “Lombardia Sociale” si dovrebbe andare verso una maggiore integrazione tra il settore sociale e quello sociosanitario. Un esempio: mettere “in rete” i servizi domiciliari dei Comuni con quelli del Servizio Sanitario sarebbe già un risparmio. Per evitare un ricovero in RSA va rivisto il Sad che oggi è costoso e poco utile. Non pulisce la casa e non prepara i pasti. Occorrerebbe una scelta regionale. Permetterebbe molti risparmi e sollievo alle famiglie. Anche servizi diurni sarebbero molto utili e costerebbero meno di una RSA.
Il SAD ha diminuito di molto la copertura della popolazione anziana, nel 2012 copriva, in Italia, l’1,3% della possibile utenza ed in Lombardia l’1,4%. Occorre davvero uno sforzo di innovazione! Il costo per le famiglie in Lombardia si aggirava nel 2012 intorno ai 2.000 euro all’anno.
Se, ad esempio, la Regione promuovesse delle sperimentazioni sui territori sarebbe molto utile. I Comuni potrebbero fare da stimolo verso l’ente superiore”.
Sala Ambrogio