LECCO – “Il termine “emergenza” ritorna spesso nel nostro Paese ed è in nome di questa dimensione temporale che si invocano soluzioni rapide. Ciò vale nelle catastrofi, ma anche nei disagi che possono essere innescati da un maltempo particolarmente aggressivo. Lo stiamo sperimentando proprio in questi giorni, con tutte le conseguenze del caso.
Dalle strade dissestate, agli smottamenti, alle cantine allagate, agli alberi sradicati, è tutto un proliferare di situazioni che definiamo appunto emergenziali. Aggiungo che, nell’elenco, ci sta anche la città bloccata per un incidente nelle gallerie dell’attraversamento, che nulla ha a che fare con i nubifragi con cui abbiamo dovuto fare i conti e continueremo a farli. A volte basta un auto in panne per bloccare l’intero sistema viario.
Due osservazioni: la prima riguarda la necessità di migliorare il governo di queste vicende, soprattutto se interessano dimensioni sovraccomunali, la seconda è che il cittadino a volte è capace di far diventare la buca sotto casa un cratere. E’ la stessa ragione per la quale ciascuno vorrebbe il Pronto soccorso sempre a disposizione come fosse un supermarket. Occorre conciliare i due sforzi, l’uno per rendere più efficiente la macchina amministrativa, e su questo stiamo lavorando il più possibile, l’altro per cambiare la mentalità di ognuno di noi.
Ma c’è di più: davanti alle piccole e grandi calamità che toccano città e territorio si invoca, legittimamente, la sua geografia. Le montagne, il lago e i fiumi sono manna per la natura quando vuole essere maligna. Ciò impone tutta quella politica di prevenzione, peraltro già in atto, che deve mirare a evitare il “tampone” a favore di soluzioni strutturali e tempestive. C’è però un aspetto che spesso ci sfugge e riguarda il profilo urbanistico e viario della nostra città: Lecco è una sorta di imbuto che rende difficile gli interventi, specie quelli che richiedono rapidità. Anni fa un magistrato aprendo l’anno giudiziario in città, soffermandosi sul bilancio della criminalità, sosteneva, con ragione, che a Lecco le rapine sono esigue perché è impossibile darsela a gambe prima di essere bloccati dalle forze dell’ordine. E la verità di questa considerazione è più che visibile in queste ore con la chiusura della Lecco-Bergamo, dove uno smottamento a Vercurago – fortunatamente senza feriti né gravi danni materiali – ha mandato in tilt la circolazione non solo del capoluogo, ma di mezza provincia. E’ in giornate come queste che improvvisamente ci ricordiamo tutti, con ruoli e approcci diversi, di quanto il nostro territorio sia fragile. E i cambiamenti climatici, anche se c’è ancora qualcuno che si ostina a negarne l’esistenza, ci stanno mettendo il carico da novanta, facendo piombare il Lecchese in un clima tropicale fatto di temperature roventi intervallate da violenti nubifragi.
Su questo dobbiamo interrogarci tutti: come cittadini adottare comportamenti più rispettosi dell’ambiente, come amministratori mettendo in campo forze e progetti lungimiranti che vadano nella direzione di un’economia più sostenibile e meno impattante sull’ambiente. Possono sembrare discorsi lontani dalla nostra quotidianità, ma le conseguenze drammatiche di decenni e decenni di gestione scriteriata e improntata solo sulla politica dell’oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Così, nella programmazione amministrativa della città, ci siamo dati proprio questa linea: rispetto dell’ambiente che ci circonda e relativa messa in sicurezza (pensiamo al progetto Falesie o al recupero dei sentieri di montagna), adozione di sistemi virtuosi (ad esempio l’utilizzo di fonti energetiche a basso impatto, come l’illuminazione a Led della città o “green” come gli impianti solari termici sui tetti delle scuole) e un forte investimento in prevenzione (manutenzione degli edifici pubblici, censimento informatico del verde, nuovo appalto triennale del verde). Certo sarebbe bello – e porterebbe anche più consenso – costruire da zero opere dal grande effetto scenico, legare il nome di questa Amministrazione a questo e quell’edificio, via, piazza, ma i nostri intenti sono ben altri: al primo posto nella nostra scala di priorità e valori c’è la sicurezza dei cittadini e la vivibilità a 360 gradi della città e degli spazi pubblici. E di questo faremo sempre il nostro faro”.
Il sindaco Virginio Brivio