LECCO – E’ con estrema gioia che saluto la decisione di Regione Lombardia, ente a cui fa capo da pochi mesi la delega alla caccia che fu della nostra Provincia, di aprire la caccia al cinghiale.
Per tre lunghi anni, dai banchi della maggioranza consiliare provinciale, ho sollecitato in ogni modo l’allora Assessore alla partita Carlo Signorelli per inserire la venazione del grande ungulato nell’elenco delle specie cacciabili nel nostro territorio e per tre anni, il delegato di giunta, ha cercato in ogni modo di mettere i bastoni fra le ruote a un provvedimento quanto mai necessario.
Non sono state sufficienti le sollecitazioni di agricoltori, allevatori e residenti del Lario orientale e della valle su di una vera e propria invasione da parte della bestia famelica nei nostri territori a smuovere il tenace amministratore perledese; non sono servite a nulla nemmeno le ripetute lamentele dei sindaci della Valvarrone, che avevano segnalato più e più volte, presentandosi anche in delegazione negli uffici dell’Assessorato di Corso Matteotti, i gravi danni causati dai maiali selvatici alle coltivazioni, oltre al serio rischio per l’incolumità dei residenti dei comuni di Introzzo, Tremenico, Sueglio, Vestreno e via via scendendo per l’Alta Valsassina fino a Casargo, causata dal libero scorrazzare per i centri abitati da parte dei cinghiali.
Ricordo distintamente le parole di Signorelli a margine di un Consiglio provinciale quando, stimolato per l’ennesima volta da parte del sottoscritto ad intervenire sulla questione, ebbe modo di dire: “Prima di sparare a un cinghiale nelle nostre zone, dovranno sparare all’assessore”, affermazione che aveva dimostrato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, la totale inadeguatezza di chi aveva in mano le sorti della caccia nel Lecchese, a causa di una presa di posizione di ambientalismo oltranzista, secondo la quale sarebbero state sufficienti poche gabbie-trappola per contenere un animale che arriva a pesare sino a 200 chili e fa fino a tre cucciolate all’anno, ognuna con 6-8 piccoli.
La Lega Nord e il sottoscritto in particolar modo, non si sono fermati davanti al muro innalzato dall’allora Assessore, costretto a retrocedere anche nei confronti di una modifica del Piano agrofaunistico che faceva acqua da tutti le parti. Abbiamo continuato a dar battaglia sul territorio per tener viva l’attenzione sulla stampa della necessaria eradicazione del cinghiali, facendo giungere in Regione la voce dei cittadini della Provincia di Lecco. E oggi siamo arrivati là dove c’eravamo prefissati di giungere.
Un ringraziamento speciale va all’Assessore Gianni Fava, che ha ascoltato da subito le richieste di cui mi sono fatto portavoce, agli ex-Assessori provinciali Marco Benedetti, Franco De Poi e Stefano Simonetti, che hanno sostenuto la battaglia e al Presidente provinciale di Federcaccia Luigi Carissimi, ottimo interlocutore in materia venatoria. La Provincia di Lecco torna ad esser parte della Lombardia anche per quanto riguarda la caccia al cinghiale, comune di Perledo compreso.
Cordiali saluti padani,
Giovanni Pasquini, Segretario cittadino Lega Nord