LECCO – Dopo una prima dichiarazione del movimento Fare per fermare il declino riguardo allo spreco di soldi pubblici riguardo ai cartelloni elettorali (vedi articolo) e l’intervento di risposta sul tema del vice coordinatore del Pdl Lecco, Antonio Pasquini (vedi articolo) pubblichiamo la replica di Fare:
“Non vogliamo entrare in polemica con Antonio Pasquini che, tra l’altro, è stato tra gli unici della sua parte politica a prestarsi ad autenticare le firme per FARE, cosa che molti altri suoi colleghi non hanno invece avuto il tempo di fare.
Detto ciò, visto che di questi tempi gli sprechi non si contano, volevamo solo fare presente che anche nella pastoie della propaganda elettorale ci sarebbe molto da riformare.
La legge che disciplina “le forme tradizionali e tipiche di propaganda elettorale” è del 1956, pur rivista nel 1975, quindi sicuramente è obsoleta; la più recente legge in tema di propaganda elettorale tout court risale invece al 2003, quindi comunque di oltre 9 anni fa. E’ sbagliato dire che forse sono norme che andrebbero riviste, soprattutto se la loro revisione consente di risparmiare denaro pubblico?
Inoltre, Pasquini dice “è la democrazia”: la democrazia stabilisce che tutti debbano avere uguale possibilità di fornire informazioni agli elettori e che tutti gli elettori abbiano uguale accesso alle informazioni. Non basterebbe dunque che ogni comune, come già avviene, affiggesse a sue spese all’albo comunale i soli manifesti riepilogativi di tutte le liste e di tutti i candidati? E’ necessario acquistare metri e metri di tabelloni da usare una volta ogni 4 anni? E’ sotto gli occhi di tutti come in diversi piccoli paesi i tabelloni siano tristemente vuoti, segno evidente che tale tipo di pubblicità elettorale si sta avviando al declino.
Pasquini, inoltre, pare dimenticare un paio di punti fondamentali della posizione di FARE; in primo luogo non vogliamo pubbliche benemerenze, ma solo sottolineare il fatto che la nostra campagna è pagata esclusivamente con fondi privati e non con finanziamenti pubblici. Secondariamente, non proponiamo di chiudere gli uffici elettorali, ma di risparmiare denaro pubblico accorpando i comuni sotto i 5000 abitanti.
Risparmiamo ogni eventuale e ulteriore commento su sociale network e simili, visto che stiamo occupando gli spazi di un giornale on line, che ringraziamo per l’ospitalità”.