LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
Partiamo dalla notizia più clamorosa. Le 1.500 firme raccolte in poco più di due settimane, a fronte delle 100 necessarie, non verranno prese in considerazione. Tutte le maggiori forze politiche in Consiglio provinciale, seguiranno l’indicazione della Giunta, unite nel bocciare, la proposta di iniziativa popolare, che chiede che tra le opzioni da prendere in considerazione, ci sia quella dell’Azienda speciale, scartata a priori dalla Conferenza dei Comuni.
Il Comitato non chiede alla provincia di essere, per principio, contro le scelte e le indicazioni di un ente consultivo, quale è la Conferenza dei Comuni. Chiede invece d’aver coraggio, e fare scelte anche diverse, da quelle indicategli, qualora queste risultassero incongrue e fuori luogo.
Come sta avvenendo e come il giudizio dei dirigenti di settore responsabili della Provincia attesta.
E’ noto infatti che la Giunta Provinciale, salvo pasticci esautorativi di quei giudizi, ha preso atto del giudizio tecnico-dirigenziale, che nega la possibilità, anche in via transitoria, che possa essere affidata la gestione dell’acqua ad una società di secondo livello, come è attualmente Idroservice, in quanto mancherebbe quel controllo analogo, che è requisito essenziale, per considerare una società per azioni in house, come se fosse un ente puramente strumentale dei comuni , ovvero per considerarla come società in cui i comuni, e non il consiglio d’amministrazione, abbiano il vero potere decisionale.
Tale giudizio dirigenziale, fortemente correttivo, dell’esito delle decisioni della Conferenza dei Comuni, avrebbe dovuto mettere sull’avviso la Provincia di una situazione complessiva da rivedere. Ma così non sta avvenendo. E si preferisce procedere al BUIO.
E’ da molto tempo che il Comitato avverte che non basta fare un confronto, pur necessario, tra modelli “astratti” di gestione.
Quello che è fondamentale, è mettere a confronto modelli, con percorsi effettivi di attuazione e realizzazione di quei modelli.
Facendosi semplici domande: quanto tempo è necessario per attuare quel modello, e soprattutto quanto costa quella trasformazione societaria o “aziendale”. E rispondendo con “numeri” concreti.
Noi questa procedura l’abbiamo simulata ampiamente con dovizia di dati, trasmessi, non solo all’opinione pubblica, ma ai soggetti decisionali interessati.
E l’abbiamo fatta mettendo a confronto la procedura per dar vita a una Azienda Speciale, unico modello che riteniamo conforme all’esito referendario, con l’ipotetico percorso di conseguire l’attuazione di Idroservice come società di primo livello che assorbe Idrolario e che si configura come gestore del servizio Idrico.
La differenza in termini di tempi e soprattutto di denaro è impressionante.
Ma questa procedura, che dovrebbe essere alla base delle decisioni della Provincia, non c’è.
La Provincia fa una scelta al buio e conferma la decisione dei sindaci, corretta da quella dei suoi dirigenti.
Tutto viene rimandato a un percorso che individueranno i nuovi amministratori delle società (Lario Reti Holding e Idrolario) interessate.
C’è da pensare che in fondo al buio delle scelte incongruenti della Provincia, ci sia, già, a suon di emergenze, più inventate che reali, il piano inclinato delle privatizzazioni dell’acqua che passerà attraverso una procedura di messa a gara”.
Comitato Lecchese Acqua pubblica e beni comuni