Crisi sociale e bilancio della Lombardia: l’analisi di Ambrogio Sala

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:

“Chi legge la stampa locale e nazionale sa che una parte delle notizie sono dedicate a due filoni: l’allargamento delle fasce di povertà e lo scandalo dei rimborsi ai consiglieri regionali. Cerco qui di riassumere alcuni dati presi da un sito che si chiama Lombardia Sociale, diretto da un docente della Università Cattolica, Cristiano Gori. L’analisi riguarderà i due filoni sopraccennate.

I costi della macchina regionale

La  macchina istituzionale che assorbe una quota consistente delle risorse correnti autonome (ad esempio 66 milioni per il solo Consiglio Regionale, di cui 41 per gli organi istituzionali, indennità, gruppi e commissioni consiliari; tra le spese più consistenti dell’amministrazione: 198 milioni per il personale della Giunta, 42 milioni per il sistema informativo regionale e 12 milioni addirittura per custodia e vigilanza dei locali. Il totale corrisponde a 338 milioni di euro (cifre relative al 2012, relazione allegata al bilancio). La spesa complessiva per il funzionamento della “macchina” è del 4,7%.

Come è suddiviso percentualmente il bilancio

Sanità acuta

73,80%

Serv.sociosanitari

7,40%

Trasporti

6,60%

Organi istituzionali

4,70%

Autonomie territoriali

1,10%

Altro

1,60%

Istruzione

0,90%

Lavoro e formaz.prof.

0,80%

Interventi sociali

0,50%

Ambiente-prot.civile-energia

0,70%

Attività produttive-sviluppo

1,20%

territorio-pol.abitative

0,50%

Cultura-giovani-sport-turismo

0,20%

Se si esclude l’81,2% del settore sanitario e sociosanitario, quel 4,7% spicca, ad esempio, perché è decisamente superiore alle politiche per il lavoro (2%), all’istruzione (0,9%), alla casa (0,50%), al welfare sociale (0,5%).

La spesa sociale

Alla fine della precedente legislatura, in una stagione di espansione del sostegno statale, gli stanziamenti sul fondo sociale regionale avevano cominciato a scemare (una riduzione del contributo regionale in relazione al fatto che si poteva confidare su maggiori fondi statali); il terzo Governo Formigoni ha proseguito questa tendenza, apportando ulteriori decurtazioni (oggi il fondo sociale è inferiore del – 15,2% rispetto a quello del 2010. Una tabella ne illustra l’andamento:

2005

5006

2007

2008

2009

2010

2011

07-’11

%’07-’11

2012

1013

sociale regionale        91        90        90        91        88        85        70 –      20 –        28        70        70

Peraltro, lo stanziamento a 70 milioni è il risultato di reintegri in corso d’anno, poiché, in fase di approvazione del bilancio 2011 e 2012, era stato finanziato un contributo di soli 40 milioni.  I 30 milioni restituiti sono stati assegnati per larga parte non ai Comuni, ma alle ASL.

Una scelta difficilmente condivisibile, anche in considerazione del fatto che il supporto che questa regione dà ai servizi sociali del proprio territorio è piuttosto modesto se confrontato con quello delle altre regioni.

La Tabella riportata da Lombardia Sociale illustra bene la situazione:

Regioni

Fondo sociale indistinto

Altri fondi

Totale

Fondo sociale indistinto procapite

Altri fondi pro-capite

Totale procapite

Lombardia

70

 

70

7,1

0

7,1

Piemonte

64

21,5

85,5

14,4

4,8

19,2

Veneto

18

43

61

3,6

8,7

12,4

Emilia Romagna

22

135

157

5

30,5

35,4

Toscana

21,3

8

29,3

5,7

2,1

7,8

Il totale procapite, ma anche il resto delle cifre ci indicano la situazione. La Lombardia, tra le grandi regioni del centro nord, è quella che investe meno sul settore sociale, scaricando le emergenze sulla famiglia, sui Comuni, sulle Organizzazioni caritative e di volontariato. Non è diversa dallo Stato centrale!

Nei documenti ASL per il 2013, ad esempio, ci sono 5 obiettivi per le famiglie, ma i soldi sono pochi ed avanzano i tagli dei servizi, i consultori, ad esempio”.

Ambrogio Sala
Assessore all’Assistenza di Olgiate Molgora