LECCO- “Il TAR del Lazio, ha dato ragione a CGIL e INCA, contro le obiezioni del Governo e ha ordinato l’applicazione alla sentenza della Corte di Giustizia Europea cancellando l’odiosa tassa sul Permesso di Soggiorno imposta agli immigrati.
Grande è la soddisfazione per una vittoria non soltanto del sindacato, ma di tutti i cittadini stranieri presenti in Italia che chiedono di poter affermare il loro diritto all’integrazione.
Fin dal 2012, all’entrata in vigore della norma, CGIL e INCA si sono subito opposti a questa tassa ingiusta e discriminatoria ed hanno lottato da soli per eliminarla.
Determinante in questo risultato è il giudizio espresso dalla Corte Europea che ha dichiarato il contributo “sproporzionato e tale da rappresentare un ostacolo per i diritti dei cittadini stranieri”.
Altrettanto decisiva è stata la conseguente azione di CGIL e INCA che hanno sostenuto con gli immigrati la richiesta di rimborso di quanto ingiustamente versato
Si tratta, lo ricordiamo, del contributo aggiuntivo che varia da 80 a 200 Euro imposto per ogni rilascio o rinnovo di Permesso di Soggiorno, per ogni componente il nucleo familiare maggiorenne; un costo spesso insostenibile, ancor di più per le famiglie numerose, specialmente in questi anni di crisi.
Ci attendiamo che ora il Governo dia immediata attuazione alla sentenza, informandone le Questure e Poste Italiane che cura l’invio delle domande di Permesso, per interrompere subito il pagamento della tassa e disponendo la restituzione della la tassa ingiusta a quanti l’hanno pagata.
Restano in vigore, va precisato, i costi vivi del Permesso che ammontano a 16 Euro per la marca da bollo, più 30,46 Euro per la stampa del documento elettronico e 30 Euro per il servizio offerto da Poste Italiane.
Per il resto non sappiamo cosa deciderà il Governo e cioè se fisserà nuovi importi, “meno sproporzionati”, ma la sentenza è chiara: per ora quei soldi non vanno pretesi da chi chiede o rinnova il Permesso di Soggiorno”.
CGIL E INCA LECCO