LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Articolo 1 : L’ Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Articolo 2 : La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo … e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Articolo 3 : Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge …. . E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Articolo 4 : La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto
Articolo 35 : La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni …
Articolo 36 : Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Articolo 41 : L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi ed i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Articolo 42 : La proprietà è pubblica o privata … La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi d’acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale.
Articolo 46 : Ai fini dell’elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione , la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.
E’ questa ancora oggi la nostra prima fonte del Diritto !
Ne deriva che chi teorizza e pratica il contrario è un “sovversivo”, cioè mina alle radici i principi della nostra Convivenza Civile, e chi non la applica è inadempiente rispetto al proprio ruolo istituzionale.
Costituzione alla mano! Sono questi i “pilastri probatori” della legittimità della ricerca e della difesa del posto di lavoro, non solo etica ma normativamente coerente allo spirito costituzionale.
L’appello che ne deriva è ad un rovesciamento di prassi e comportamenti solo apparentemente ineluttabili che, di fatto, subordinano diritti e dignità dei Cittadini alle cosiddette “leggi di mercato”, mai oggi così inumane ed in palese contraddizione con le ragioni della loro sostanziale legittimazione, cioè la finalizzazione al Bene Comune.
Ed allora non volendo passivamente assistere all’ennesima chiusura aziendale ( dopo Leuci, Carsana, ed il fallimento del Tubettificio Europeo, solo per citare le più recenti e le più conosciute ) rappresentata dalla Konig di Molteno, caso particolarmente cinico e strumentale di delocalizzazione, mi permetto da comune Cittadino di rivolgere a tutti gli uomini e le donne di buona volontà un pressante appello a farsi carico di queste situazioni le cui logiche finiscono inevitabilmente per coinvolgere ognuno di noi, nelle varie articolazioni della nostra società.
Peraltro anche in questo caso Konig tutto si potrà dire ma non che “L’iniziativa economica privata non si svolga palesemente in contrasto con l’utilità sociale”.
Quindi si potrebbe dire che chi sta attuando questa “operazione” è “fuori legge” e si fa beffe della nostra “stella polare valoriale e normativa! !
Per comprendere a che punti siamo arrivati basterebbe riportare quanto riferito da un sindacalista relativo alle affermazioni a lui rivolte da un funzionario pubblico preposto alla gestione delle crisi aziendali : voi non capite, è meglio che in ragione delle recenti norme non ci siano più ammortizzatori sociali per le chiusure aziendali (una volta coperte dalle varie casse integrazioni …) perché così almeno i lavoratori non se ne stanno con le mani in mano ma si mettono subito alla ricerca di nuovi posti di lavoro ….
Inutile dire che molti casi analoghi a quelli sopra citati sono diffusi in tutta Italia ed in una sempre più miope Europa, e così pure nell’attuale mondo dominato dalla dittatura della finanza e del profitto assolutizzato.
Per dirla come papa Francesco, uno dei pochi attuali “leader morali” planetari : “ Questa economia uccide”.
In nome di tutto ciò mi rivolgo non solo ai salariati ma ad ogni persona che aldilà della collocazione sociale, professionale ed anagrafica non si rassegna a questo stato di cose ed a una precarietà esistenziale sempre più diffusa.
In particolare , come primo gesto paradigmatico e concretamente praticabile, mi permetto di chiedere al segretario della Fiom nazionale Maurizio Landini, di “competenza” nella vicenda Konig , di attuare quanto da lui affermato pubblicamente più volte nel recente passato e cioè l’occupazione delle fabbriche soggette – io aggiungo : ingiustamente – a chiusura. Il tutto non certo per pura testimonianza ma, nel contempo, praticando e non solo enunciando ( meglio ancora prevenendo prima le cause delle chiusure) un percorso di rilancio delle attività con proposte produttive percorribili (innovative ed ecocompatibili ) anche e soprattutto mirato sulle singole situazioni , come peraltro stiamo ancora cercando di fare come ex lavoratori residuali della Leuci di Lecco e con, purtroppo, “il Sistema Lecco” – quello dei “ Grandi Tavoli” e delle “ grandi programmazioni concertate” – che sta a guardare.
Basta con i balletti formali dei vari politici “istituzionali” di turno o degli eterni convegni autoreferenziali : non occorrono giri di parole ma azioni concrete per riportare al centro delle questioni lo spirito ed il mandato “sociale” ( ben oltre quello “economico”) della nostra fonte primaria del Diritto che è la nostra Costituzione !
Altro che modificarla, come peraltro si sta cercando di fare : occorre applicarla concretamente e fino in fondo – anche aprendo contenziosi – “impugnadone” i contenuti sostanziali e traducendone ulteriormente la portata sociale anche in leggi coerenti ( in altri Paesi, ad esempio certi comportamenti predatori delle multinazionali sono perlomeno disincentivati da normative tutelative ).
Oltre Landini spero che qualcun altro , al di là delle appartenenze e degli immancabili distinguo, accolga questo appello.
Rimango in attesa, certamente non da solo, di segnali credibili …
Germano Bosisio