LECCO – “La viabilità in Valtellina è sempre più complicata e questo ci ha messi in una condizione diventata ormai intollerabile per il sistema produttivo e per la cittadinanza. A peggiorare ulteriormente le cause già note sono recentemente intervenuti, da un lato, l’abbassamento dei limiti di velocità introdotto per la Strada Statale 36, e, dall’altro, i lavori di sistemazione che contribuiscono a peggiorare la situazione, come succede in particolare per quelli che hanno portato alla recentissima chiusura di un tratto della Strada Statale 38”.
Cristina Galbusera, Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, interviene su un tema caldo di questo periodo dando voce al disagio derivante da una situazione che si ripercuote sulle imprese, ma anche sui cittadini.
“Ovviamente condividiamo la necessità dei lavori di sistemazione, anzi, li riteniamo fondamentali e li caldeggiamo – sottolinea Cristina Galbusera – è necessario però che vengano fatti il più velocemente possibile e che sia garantita la messa in sicurezza. La nostra provincia non può più accettare il rischio di trovarsi sempre più isolata ed ha bisogno di collegamenti moderni e funzionali, rispondenti alle esigenze delle imprese, che con le loro attività sostengono l’economia, ma anche del territorio che sta lasciando emergere tutto il suo malessere”.
“Il tema dei limiti della rete viabilistica della Valle non è sicuramente nuovo – commenta Annalisa Rainoldi, Presidente della Consulta di Territorio di Sondrio dell’Associazione – e sta anzi diventando un tasto sempre più dolente, un vincolo estremamente pesante e un freno ai nuovi investimenti. Con il protrarsi di questa situazione, la Valtellina corre il rischio di essere sempre più lontana dalle aeree metropolitane e di vedere limitato lo sviluppo della naturale vocazione turistica. Raggiungere le nostre località rischia di diventare davvero troppo complicato, sminuendone la capacità attrattiva”.
“Noi auspichiamo che i lavori vengano completati al più presto garantendo le migliori condizioni di sicurezza possibili, che consentano anche un ripensamento dei limiti di velocità – conclude Cristina Galbusera – ma anche che non si trascuri di pensare ad una via di accesso alternativa alla Strada Statale 36, con il progetto del Traforo del Mortirolo”.