LECCO – “Quello passato è stato un mese da dimenticare per i pendolari Lombardi e per Trenord.
Tra il deragliamento sulla Milano Bergamo via Carnate per fortuna senza conseguenze, la linea però è stata interrotta alcune ore. Nel mese gi Giugno con le soppressioni, la riduzione di carrozze, i ritardi e il gravissimo malfunzionamento dell’aria condizionata (che ha provocato malori e ricoveri di passeggeri a Vigevano e a Brescia) si è visto di tutto.
Le proteste e la mobilitazione dei Comuni dei sindacati e dei pendolari dimostrano il grave stato di crisi gestionale di Trenord. Manutenzione dei treni insufficiente (ma costi altissimi), gestione del personale viaggiante inadeguata, rete di RFI (statale) e FNM (regionale) con sistemi di gestione del traffico al di sotto delle loro potenzialità tecniche in particolare sulla cintura milanese.In realtà la Regione deve prendere atto del fallimento del federalismo ferroviario tanto voluto da Formigoni e Maroni. Ma per Trenord tutto va bene, anzi benissimo.
Ha reso noto i numeri su se stessa in un comunicato autoreferenziale. Quelli economici con un Margine operativo lordo di 65,5 milioni di euro. Ma il MOL è è basato solo sulla sua gestione operativa, quindi senza considerare la gestione finanziaria, quella fiscale, il deprezzamento di beni e gli ammortamenti. Non solo ma il MOL comprende anche i contributi pubblici che non esprimono correttamente l’apprezzamento del mercato, ma sono solo un trasferimento di reddito. Quindi anche la gestione finanziaria è sopravalutata ( con gli stessi soldi una qualsiasi ferrobvia europea farebbe molto meglio in termini di qualità e quantità dei servizi.
Per il funzionamento dei treni lombardi Trenord spende ogni anno quasi un miliardo di euro (500 milioni di contributi pubblici e quasi altrettanti ricavi da tariffa). Producendo 40milioni di treni-km l’anno il costo per treno-km è assai caro, 25 euro mentre nelle regioni italiane è quasi la metà”.
Dario Balotta – responsabile trasporti Legambiente Lombardia