LECCO- Riceviamo e pubblichiamo:
“Il Movimento 5 Stelle Lecchese dice NO al Nuovo Piano Cave Provinciale, e SI alla salvaguardia della salute dei cittadini e del territorio”
Giovedì 30 maggio eravamo presenti in Aula Consiliare del Comune di Lecco, in occasione dell’espressione del “parere sul Nuovo Piano cave della Provincia di Lecco”.
Ci saremmo aspettati dal Consiglio Comunale l’espressione di un parere negativo sul Nuovo Piano Cave Provinciale, alla luce di quanto emerso sia dalla Valutazione Ambientale Strategica redatta dai tecnici incaricati dalla Provincia sia dalle osservazioni elaborate dall’Associazione Qui Lecco Libera, alla cui esposizione eravamo presenti giovedì 23 maggio.
Constatiamo però che gli amministratori lecchesi si sono dimostrati sordi alle osservazioni della cittadinanza, ignorandole.
Auspicavamo che l’amministrazione comunale comprendesse la gravità degli impatti generati sulla salute umana e sul territorio, anteponendo la salvaguardia della salute e la tutela del bene comune agli interessi economici di pochi. Ci sbagliavamo.
Abbiamo constatato l’allineamento del Consiglio Comunale a quanto richiesto dalle aziende cavatrici. L’amministrazione lecchese ha opposto solo timide osservazioni di facciata, volte a salvare la forma ma lasciando inalterata la sostanza: a Lecco si caverà ancora per i decenni a venire perpetrando lo sfregio delle montagne ed ignorando gli impatti su salute umana ed ambiente.
I danni fatti dalle escavazioni non sono riparabili. Non è possibile “la restituzione alla comunità di aree irreparabilmente degradate e inagibili”, i profili e la conformazione irrimediabilmente danneggiati del Monte Cornizzolo e del Monte Magnodeno lo testimoniano.
Esprimiamo la nostra totale condivisione delle osservazioni precise e ben argomentate, elaborate dall’Associazione Qui Lecco Libera, supportate da riferimenti normativi inoppugnabili e dati inequivocabili.
Il vigente piano cave consente di cavare fino al 2021 ed è già ampiamente sovradimensionato rispetto a quanto cavato negli ultimi anni ed alle esigenze delle industrie estrattive. I quantitativi ancora disponibili coprono infatti il fabbisogno delle aziende per il prossimo decennio.
Le analisi di molteplici indicatori di mercato riguardanti i fabbisogni di rocce industriali e delle tendenze in atto in materia di investimenti immobiliari nonché di acquisto di nuove case dimostrano l’infondatezza della nuova programmazione estrattiva.
I pareri forniti dai tecnici incaricati dalla provincia, presenti nell’autorevole “valutazione ambientale strategica”, non lasciano spazio a dubbi: in tutti i siti estrattivi gli impatti su popolazione e salute umana nonché sulla salubrità dell’aria, risultano rilevanti. Stesso dicasi riguardo l’impatto sul patrimonio boschivo, faunistico ed acque superficiali.
Il Movimento 5 Stelle lecchese ritiene che il nostro territorio in questi anni abbia già dato abbastanza all’industria estrattiva e sia tempo di porre fine al consumo di suolo ed allo scempio delle nostre montagne.
Ci attendiamo ora che quelle forze politiche che si ergono “a difesa del territorio”, del patrimonio locale nonché della salute umana, nelle opportune sedi boccino per il bene della popolazione lecchese il Nuovo (infondato) Piano Cave Provinciale.
L’adozione del Nuovo Piano Cave altro non è che una precisa scelta politica che non condividiamo e di cui oggettivamente non si comprendono le ragioni.
Assicuriamo all’Associazione Qui Lecco Libera ed alla cittadinanza lecchese che il Movimento 5 Stelle, per mezzo dei suoi consiglieri regionali, si batterà per la revoca del Nuovo Piano Cave.