la “tariffa puntuale” è lo strumento economico più efficace per dare slancio alla “gerarchia” europea dei rifiuti urbani: prevenzione, riutilizzo, riciclaggio e, da ultimo e solo se necessario, recupero per altri scopi (energia o smaltimento). “La determinazione puntuale della quantità dei rifiuti prodotti dalle singole utenze -ha affermato il Governo italiano in un decreto ad hoc del 20 aprile di quest’anno- permette di rafforzare il principio ‘chi inquina paga’”.
Il motivo è semplice. I rifiuti “recuperabili” sono una risorsa, non spazzatura da bruciare in un forno inceneritore, come invece qualche sindaco auspica. Quindi, come indicato anche dalla Commissione europea, chi li recupera ottiene un vantaggio. Resta da gestire l’indifferenziato, il nostro vecchio “sacco nero”.
La provincia di Treviso è un faro in Italia per la gestione dei rifiuti: registra oltre l’85% di raccolta differenziata, per merito del consorzio “Contarina” (50 Comuni, 554mila abitanti). Lì, la tariffa puntuale (in questo caso domestica) si calcola applicando una quota fissa -in base al numero dei componenti del nucleo familiare- cui si aggiunge una quota variabile -legata agli svuotamenti del bidone del secco non riciclabile-. Chi più produce indifferenziato -perché produce più rifiuti e/o li differenzia male- più paga. Risultato? In provincia di Treviso, ciascun cittadino è passato dal produrre 321 chilogrammi all’anno di “nero” nel 2000 a 53 chilogrammi all’anno nel 2015.
La “tariffa puntuale” contribuisce quindi a far crollare la produzione di rifiuti “indifferenziati”, che sono poi la “benzina” degli inceneritori. Riuscendo, come fa Contarina, a garantire contemporaneamente costo di gestione e tariffa media inferiori ai livelli del Nord Italia.
In Provincia di Lecco, purtroppo, questo strumento economicamente conveniente non sembra essere in cima all’agenda dei sindaci e del management della società pubblica che gestisce il ciclo dei rifiuti e l’inceneritore di Valmadrera, Silea Spa. Anzi, la sua applicazione rischia ancora una volta il rinvio. È un paradosso visto che un lecchese produce il triplo dell’indifferenziato di un trevigiano.
Eppure, come ha spiegato nel suo ultimo bilancio, nel 2016 Silea avrebbe dovuto completare la sperimentazione della “tariffa puntuale” volta -come afferma- “ad analizzare un’eventuale minor produzione di rifiuti destinati al termovalorizzatore e conseguentemente un aumento della raccolta differenziata puntando principalmente al recupero di materia ed al riciclo”. Non solo, dopo “la valutazione dei risultati per eventuali sviluppi futuri” i “dati consuntivi saranno presentati ai soci entro fine aprile 2017”.
Siamo a fine luglio. Quei “dati consuntivi” sono stati mai presentati ai Comuni soci di Silea entro la fine dell’aprile 2017? Il nodo è centrale. Se, come Contarina insegna, la “tariffa puntuale” entrasse a regime in provincia, il forno inceneritore di Valmadrera -e il suo combustibile “indifferenziato” di circa 60mila tonnellate di “nero”- ne risentirebbe sensibilmente. Che è un bene per il futuro del territorio e per tutti.
C’è un problema, però. Silea ha da poco pubblicato il testo del milionario capitolato speciale di appalto per i servizi inerenti la raccolta e il trasporto dei rifiuti. La durata è di otto anni, dal primo gennaio 2018 al 31 dicembre 2025. La tariffa puntuale è indicata tra i “servizi integrativi/occasionali” non compresa nel canone posto a base di gara. Non è obbligatoria. Come dire: nessuno tocchi il combustibile dell’inceneritore”.
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