LECCO – “E’ passato poco più di un anno dall’approvazione della legge regionale di riforma della sanità, la n.23, sarebbe dovuto entrare a regime dal 1 gennaio 2016.
In realtà l’unica operazione effettuata è stata quella di istituire i nuovi organismi e nominarne i Dirigenti generali. Per il resto , nulla. Non solo sono bloccate le assunzioni del personale, dai primari agli operai. Il turn over è praticamente bloccato.
Sono pure bloccati i nuovi accreditamenti nelle strutture socio sanitarie. Faccio un esempio per capirci: al CDD (Centro Diurno Disabili) di Merate potranno accedere 15 utenti invece dei 30 previsti. Questi ragionamenti riguardano anche le strutture residenziali o diurne degli anziano non autosufficienti.
Nel corso della seduta del Consiglio Regionale del 5 agosto 2015 veniva approvato all’unanimità un ordine del giorno in cui si prevedeva:
1. “di esentare da tutti i tickets sanitari i cittadini lombardi con un reddito lordo familiare inferiore ai 30 mila euro e a rimodulare il supertickets sulle prestazioni ambulatoriali non più sulla base del valore della prestazione, ma esclusivamente in base alla capacità reddituale dei fruitori dei servizi sanitari, in attesa dell’eliminazione completa del ticket con legge regionale….;”
2. “ad attuare un meccanismo, calcolato ATS per ATS, per calmierare le rette a carico degli ospiti delle RSA che tenga conto della tariffa media giornaliera, anche con riferimento ai costi sanitari,……..nell’intento di promuovere ogni possibile azione atta a favorire l’armonizzazione delle rette” su base regionale.
Anche su questi impegni non c’è segno di attuazione.
Per dimostrare la rilevanza del secondo punto prima citato per i cittadini e le famiglie, ho ricostruito una tabelle delle rette giornaliere praticate agli utenti riprese da un documento ufficiale della Regione:
Come si vede la nostra ATS della Brianza (Lecco+ Monza) ha le rette più onerose per gli utenti.
Concludo chiedendo che tutti i processi messi in campo con la nuova legge 23 vengano portati a termine in tempi rapidi. La guerra nella maggioranza regionale su chi doveva ricevere la poltrona dell’Assessorato alla partita è finita ormai da tre mesi e non c’è, quindi, ragione per mantenere l’inerzia attuale”.
Ambrogio Sala