LECCO – “In questi mesi i tre ambiti del Distretto socio-sanitario della provincia di Lecco stanno discutendo a proposito del modello di gestione dei loro servizi. Oggi in provincia di Lecco vi sono essenzialmente due modelli diversi di gestione.
Nel Merate e Casatese la gestione è nelle mani di un’azienda speciale di proprietà dei comuni soci – Retesalute – pienamente conforme a quanto previsto dalla riforma sanitaria regionale, al netto di alcuni aggiustamenti necessari (come l’eliminazione dell’erogazione diretta di alcuni servizi e il ritorno al puro ruolo di controllo di gestione e di indirizzo). Retesalute funziona bene, al punto che sono interessati a usufruire dei suoi servizi (o addirittura a diventarne soci) anche alcuni comuni confinanti della provincia di Monza. Un bel riconoscimento per il lavoro svolto!
Nell’ambito di Lecco e Bellano vige invece il sistema della co-progettazione, che vede il ruolo dominante della Cooperativa Consolida (circa 50 milioni di euro di servizi affidati dal 2006 ad oggi, di cui circa 3 milioni di affidamenti diretti negli ultimi cinque anni). Cifre decisamente ragguardevoli. Questo sistema non è in linea con la riforma regionale e, pertanto, si sta discutendo di come modificarlo (anche attraverso costosissimi pareri legali).
Superata l’idea (curiosa) della fondazione, ci si sta ora orientando verso la costituzione di una società mista pubblico-privato cui parteciperanno i Comuni, la Fondazione della Provincia di Lecco e la cooperativa che erogherà i servizi. Quest’ultima, il partner privato, dovrà essere scelto con il massimo di trasparenza ed evidenza pubblica, cosa sulla quale molti sindaci stanno ponendo particolare attenzione. Da parte mia una scommessa sul nome del vincitore la farei…
Verrebbe infatti da dire: un’altra società pubblica? Ma perché? Se già esiste Retesalute, alla quale si rivolgono persino i monzesi, è davvero necessario che su un territorio piccolo come la nostra provincia vi siano due soggetti distinti?
Lascio la risposta ai sindaci, unici titolati a prendere questa decisione. Mi limito a dire che riterrei più naturale che il modello Retesalute venisse esteso a tutto il nostro distretto (e magari oltre), con le dovute e necessarie correzioni. Sembrerebbe la via più semplice, posto ovviamente che meratesi e casatesi siano disposti ad “aprirsi” e, pur con un diritto di primogenitura, a “condividere” la loro azienda speciale superando ogni tipo di campanilismo.
In ogni caso, ovvero se si continuasse con un nuovo e ulteriore soggetto pubblico, sarebbe opportuno se i Comuni dei distretti di Lecco e Bellano valutassero, prima di prendere decisioni, anche la proposta di servizi socio-sanitari di Retesalute, per capire se possono soddisfare le loro necessità: un modo trasparente per avere più proposte da confrontare e tra cui poi scegliere con maggior serenità”.
Mauro Piazza