Testamento biologico e amministratore di sostegno: “Ignoranza o malafede?”

Tempo di lettura: 3 minuti

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:

“In riferimento alla seduta del Consiglio Comunale di Lecco di giovedì 30 maggio in cui è stata rigettata la proposta di delibera ripresentata dal consigliere Sandro Magni, che chiedeva l’istituzione di un Registro Comunale dei Testamenti Biologici (o DAT), ed è stata invece votata a maggioranza la mozione, firmata dai consiglieri Riva, Pattarini e Buizza, con la quale il Comune di Lecco si impegna all’istituzione del “Registro comunale delle dichiarazioni di avvenuta designazione di un Amministratore di Sostegno in previsione di una propria eventuale futura incapacità”, la Cellula Coscioni di Lecco ritiene doveroso nei confronti dei cittadini di Lecco fare chiarezza su questa delicata e complessa questione, evidenziando gli aspetti di inconsistenza della soluzione prospettata nella mozione votata in Consiglio Comunale.

I firmatari della suddetta mozione forse non sanno (o fingono di non sapere) che esiste una sentenza della Corte di Cassazione del 20 dicembre 2012 che conferma chiaramente, e senza ombra di dubbio, l’interpretazione giurisprudenziale che nella stragrande maggioranza adottano i Giudici Tutelari in materia di Amministratore di Sostegno (ADS) e, in specifico, della sua nomina in previsione di futura necessità.

Con la sentenza m. 23707 del 20/12/2013 la Corte di Cassazione, prima sezione civile, ha sentenziato l’inesistenza dei presupposti per la nomina, da parte di un Giudice Tutelare, di un ADS “a futura memoria”. La procedura per la nomina dell’ADS, precisa la sentenza, “implica il manifestarsi della condizione di infermità o incapacità della persona e il contestuale insorgere dell’esigenza di protezione cui è ispirata la ratio dell’istituto (ADS) in questione…”, fermo restando il diritto della persona di “designare” tale figura stilando atto pubblico o scrittura privata autenticata.

La stessa sentenza nelle sue motivazioni ribadisce la centralità delle Disposizioni Anticipate di Trattamento, richiamando i numerosi e chiari riferimenti al diritto di autodeterminazione di ogni individuo presenti, in primis, nella nostra Carta Costituzionale e quindi nelle fonti giuridiche interne e sovranazionali che si pongono in questa linea: Trattati internazionali, Carte di diritto fondamentali, Codici deontologici.

Tutto questo contraddice la bocciatura della proposta di delibera di istituzione di un Registro Comunale dei Testamenti Biologici come da noi proposto, insieme ad altre associazioni, e sottoscritto da 1119 cittadini lecchesi, bocciatura deliberata il 12 settembre 2011 dal Consiglio Comunale di Lecco, oltre a sfatare la fantomatica alternativa dell’istituzione di un Registro degli Amministratori di Sostegno dedicato alle DAT.

La realtà dei fatti che si desume dall’agire del Consiglio Comunale di Lecco si può riassumere nel seguente modo: non vi è mai stata volontà alcuna da parte dell’Amministrazione Comunale di Lecco di aderire alla richiesta di istituzione di un semplice servizio di attestazione, tirandola alle lunghe il più possibile per trovare un escamotage per “tenere fuori” il Comune di Lecco in materia di Dichiarazioni Anticipate di Trattamento. Sembra che anche solo la parola “Testamento Biologico” o “DAT” sia indigesta a qualcuno che conta nella maggioranza consiliare del PD.

L’alternativa approvata dal Consiglio Comunale di Lecco nella seduta del 30 maggio, presentata in pompa magna quale idea innovatrice e risolutrice, si rileva quindi assolutamente inconsistente.

Da questo non può che nascere un senso di profonda sfiducia verso un’istituzione che, a sacrosante esigenze dei cittadini, risponde burocratizzando e delegando ad altri un semplice servizio a costo zero che in altre realtà comunali, anche vicine, è già operante da tempo. Ancora una volta questa politica, questi amministratori rispondono a volontà diverse da quelle espresse dai cittadini che li hanno eletti. Ancora una volta antepongono interessi altri, di natura partitocratica in primis, a quelli democraticamente espressi da chi li ha delegati ad amministrare.

DICIAMO NO AL Partito dei Don-Abbondio”

Cellula Coscioni Lecco