LECCO – Un grande applauso è partito dai circa 200 presenti, per la gran parte militanti, quando Umberto Bossi ha fatto ingresso in sala Don Ticozzi ieri sera, in occasione dell’incontro targato Lega Nord. Con lui sul palco tutti i candidati lecchesi “lumbard” alle prossime elezioni di Regione, Camera e Senato.
Dopo una breve introduzione di Andrea Robbiani (sindaco di Merate) e una sintetica presentazione dei candidati: Cinzia Bettega, Giulio De Capitani e Antonello Formenti in corsa per la Regione, Paolo Arrigoni e Stefano Simonetti candidati al Senato, Alessandra Consonni, Ennio Fumagalli, Stefano Parolari e Renzo Cattaneo candidati alla Camera, ha preso la parola il “senatur”.
Bossi ha esordito tracciando una linea netta tra “La Lega, partito contro le tasse e il PD, il partito delle tasse”, quindi ha voluto sottolineare come “Il nostro partito candida gente comune, non per forza plurilaureati. Candida le persone che lavorano per la Lega e si danno da fare, anche perchè non è detto che i plurilaureati siano migliori degli altri. Del resto, la prima caratteristica che un nostro candidato deve avere è quella del buon senso. Noi partiamo da qui. Ad ‘istruire’ chi non è del mestiere quando giunge a Roma ci penserà uno staff tecnico leghista”.
Subito dopo Bossi ha alzato il tiro attaccando Mario Monti: “L’Imu è stata devastante e ha purtroppo portato al suicidio molte persone. Nonostante ciò Monti non si è fermato ed ha proseguito imperterrito seguendo la sua linea. Ma chi ha commesso questi crimini dovrà pagare”.
Poi menziona via e numero civico della residenza, aggiungendo: “L’ho detto così se qualcuno vuole andare a prenderlo sa dove trovarlo… – proseguendo – L’Imu ha speventato così tanta gente che oggi più nessuno si mette ad acquistare una casa”.
Critiche anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per Bossi responsabile di voler “aumentare gli utili dello Stato al fine di poter continuare a garantire l’assistenzialismo al sud e Mario Monti ha permesso tutto questo attraverso una maggior pressione fiscale che ha portato un gettito maggiore nelle casse dello Stato. Un’azione che si è tradotta in un inevitabile impoverimento della gente, che a sua volta ha ridotto i consumi e di conseguenza è calata la produzione mandando in crisi molte aziende”.
La ricetta di Bossi per risollevare i lavoratori da questa situazione è quella di “dare il Tfr in busta paga. Somme che oggi gli imprenditori sono costretti ad utilizzare per investire nelle proprie imprese in quanto l’accesso al credito attraverso le banche è impossibile”.
Anche per questo problema il “senatur” ha una soluzione: “Creare una banca pubblica che garantisca finanziamenti all’economia. Poi dovremo fare anche una distinzione tra le banche che fanno manovre finanziare per guadagnare di più e quelle che invece finanziano famiglie e imprese. Solo queste ultime potranno ricevere finanziamenti da Stato e Unione Europea. Le altre dovranno arrangiarsi”.
Quindi Bossi ha accennato alla macro regione padana alpina: “Progetto che ho voluto io e che Roberto Maroni ha il compito di portare avanti e per il quale già in molti hanno firmato, tra i quali: Lombardia, Veneto, Piemonte, alcune regioni austriache, la Slovenia e la Baviera… e noi continueremo nella nostra lotta finchè la Padania non sarà libera”.
Poi, prima di congedarsi, ha ricordato a tutti di andare a votare e mettere “una crocetta sul guerriero (Alberto Da Giussano, ndr) perchè significa dire: ‘io non voglio più dormire , ma voglio risvegliarmi’ “. Quindi, rivolgendosi all’ex ministro Roberto Castelli presente in sala ha dichiarato: “Non condivido il fatto che non ti sia ricandidato, quanto meno cerca di non sparire”.
Subito l’ex ministro è salito sul palco prendendo la parola: “Sono militante, lo sono sempre stato e continuerò ad esserlo. Quando la Lega ha bisogno di me, io sono qua”, quindi ha ricordato: “La Lega ha vissuto momenti critici dai quali stiamo venendo fuori. Abbiamo commesso degli errori, per qualcuno ci sono stati momenti di debolezza, abbiamo fatto ammenda e oggi siamo ancora l’unica forza politica che continuerà a difenderci come ha fatto fino ad ora”.
Tra i presenti oltre all’ex ministro Castelli e ai candidati si sono visti: Angelo Fortunati (presidente di Acel Service), Ferdinando Pucci Ceresa (presidente dell’Associazione La Fornace di Barzio), Mario Colombo (ex segretario cittadino), Antonella Faggi (ex sindaco di Lecco), Dante De Capitani (sindaco di Pescate), Elena Zambetti (sindaco di Ello) e Giovanni Pasquini (consigliere provinciale).
Il grande assente invece è stato l’ex consigliere regionale Stefano Galli al centro di una bufera giudiziaria.