LECCO – Duro intervento di Fabio Dadati sul Gruppo Facebook “Forza Italia per il Lavoro” che ha informato di essere stato sollevato dal suo ruolo di responsabile delle aree territoriali Val San Martino e Meratese e dell’esecutivo ristretto del partito.
“Alcuni giorni fa – si legge nel suo scritto – senza aver avuto alcun confronto personale, il Commissario (Michela Vittoria Brmabilla, ndr) con un sms mi ha tolto le responsabilità che mi erano state date e che avevo accettato solo per spirito di servizio, ma che non anelavo ad avere”.
Dadati si chiede se si tratta di un “capriccio” e la risposta che si dà è alquanto forte, come del resto l’intero intervento: “Un capriccio? Forse, ma temo che dietro il capriccio ci sia molto di più”.
Dadati spiega: “Nel mio breve intervento alla cena di Forza Italia Lecco di alcuni giorni fa, dove mi si chiese di seguire due aree territoriali, Val San Martino e Meratese e di far parte dell’esecutivo ristretto del partito, espressi alcuni concetti che stanno alla base del mio impegno nella società e, in questo caso, in politica: servire gli altri, sviluppare l’economia e creare posti di lavoro. Sono temi che nelle poche settimane di ritorno alla politica non ho visto affrontare, se non marginalmente e senza convinzione. Sembra che al partito interessi solo quanti voti si possono prendere, quanti Comuni si possono conquistare, in che modo si riesce ad apparire meglio degli altri partiti o dei movimenti, divertendosi a spettegolare di questo quell’esponente politico locale o nazionale”.
Quindi prosegue: “Il mio intervento alla cena di Forza Italia è stato prima di tutto un appello, un grido di dolore, perché a me è sempre interessato il contenuto non la forma, cosa si vuole fare per la comunità e non il risultato elettorale; per me sono venuti sempre prima i cittadini del partito. In questi anni ho sempre inteso il mio dovere come impegno a costruire una società più equa e civile, dove le persone sono rispettate non per il grado di successo materiale che raggiungono ma per come si comportano in famiglia e sul lavoro, dove le aziende sono deontologiche e il sistema pubblico non è vorace e gli permette di competere nel mondo. A livello locale nei rapporti tra i partiti ho sempre privilegiato il rispetto di regole basilari di convivenza, ad esempio, se un sindaco uscente della coalizione di cui si fa parte si vuole ricandidare, ed ha dimostrato di essere onesto, lo si deve sostenere. In queste settimane in Forza Italia ho anche sostenuto la necessità di valutare le persone a cui dare responsabilità nel partito sulla base dei titoli e dei propri comportamenti passati tenuti nei ruoli amministrativi e societari e partitici che hanno ricoperto. Se questi comportamenti sono stati molto negativi non ci si può far rappresentare. Al commissario provinciale ho anche chiesto il rispetto della mia vita privata, perché per me prima viene la famiglia, poi il lavoro ed, infine, la politica. In tutto ciò trovate la base del mio disagio che fino ad ora si era espresso tra le mura del partito trovandosi di fronte un muro”.
Quindi Dadati conclude: “Non sono una persona che ‘sta a corte’, sono un uomo difficile da gestire perché il mio impegno politico non nasce dall’obiettivo di un posto o di facili guadagni o semplicemente per nutrire il proprio desiderio di autostima. Così come servo il cittadino con umiltà, così sono duro e diretto con chi ha potere. Chi mi conosce lo sa. Ora bisognerà decidere cosa fare, non lo farò da solo ma chiamando al confronto la comunità di persone con cui ho condiviso fino ad oggi l’impegno politico. Lo farà con incontrando gli amici di persona, lo inizio a fare qui, sollecitando un dibattito”.