LECCO – “Siamo preoccupati per le sorti del nostro ente”. È quanto affermato durante il Consiglio Provinciale di ieri sera, mercoledì 28 novembre, dal portavoce della Rappresentanza sindacale unitaria della provincia di Lecco, Francesco Mazzeo. Un intervento, quello del rappresentante Rsu, che ha voluto mettere in luce tutti i dubbi e le preoccupazioni che i lavoratori e le lavoratrici di questo ente hanno oggi, in un momento in cui non è chiaro se e come le province verranno riorganizzate.
Dubbi che sembrano essere alimentati dalle stesse dichiarazioni del Governo, “quando nel comunicato stampa con cui presenta il decreto legge 188/2012 – ha spiegato Mazzeo – afferma che solo al termine del processo di riforma sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà. Se lo stesso Governo è titubante – ha precisato – i lavoratori hanno quindi buoni motivi per dubitare dell’efficacia del riordino proposto, che con ogni probabilità non determinerà efficienza e risparmi. Come dipendenti dell’ente non abbiamo dubbi, invece, sul fatto che vi saranno confusione da gestire, costi di riorganizzazione da sostenere, perdita di lavoro e disagi anche per noi”.
Il rappresentante Rsu ha quindi posto l’accento sulle funzioni e sui servizi erogati dalla provincia, nel tentativo di rendere più chiare agli occhi di cittadini e, se possibile, del Governo quali siano le competenze di questo ente. “Se scorriamo la Guida ai servizi della Provincia di Lecco – ha spiegato Mazzeo – osserviamo che ci sono competenze su oltre 15 materie, con circa 150 servizi diversi. Il riordino lascerebbe alle province funzioni solo su quattro di queste, ossia pianificazione territoriale, ambiente, viabilità, istruzione ed edilizia scolastica, che rappresentano le materie in cui rientra il 30-40 % del numero dei servizi attualmente svolti”.
Ma diamo, quindi, qualche numero relativo all’attività svolta da questa istituzione territoriale: circa 60 mila documenti registrati ogni anno dal protocollo dell’ente. Questa la cifra fornita da Mazzeo. “Gli uffici e il personale preposto si occupano – ha ripreso – di 440 chilometri di strade con servizi di manutenzione, progettazione, espropri, gestione sinistri e così via; di 90 Piani di governo del Territorio e delle loro varianti; della gestione del Piano territoriale di coordinamento provinciale e degli altri piani settoriali. La Provincia si occupa, inoltre, della gestione della politica di sviluppo dell’agricoltura e delle politiche ambientali, di programmi di protezione civile, del sistema bibliotecario, della gestione del patrimonio immobiliare”. Un apparato amministrativo di circa 250 dipendenti, in grado di interagire con “90 comuni e oltre 340 mila cittadini, 28 mila abitanti di origine straniera, 14 istituti statali di istruzione superiore, 7 istituti paritari di istruzione superiore e altrettanti centri di formazione professionale. La Provincia di Lecco interloquisce, inoltre, con un sistema imprenditoriale e sociale costituito da 1.200 imprese agricole, 9.000 imprese del settore industriale, artigianale, delle costruzioni, 14.000 imprese del settore terziario e diverse centinaia di associazioni”.
Arrivando, quindi, al possibile accorpamento con Como e Varese, l’intervento di Mazzeo non ha nascosto delle perplessità: “ci sembra giustificato il timore che con una popolazione di oltre 1.800.000 abitanti e con 391 comuni, i cittadini possano ricevere un vantaggio almeno equivalente ai costi impliciti ed espliciti di riorganizzazione che dovranno sostenere e non entriamo nel merito del nuovo sistema di rappresentanza, con un consigliere ogni 113 mila abitanti e ogni 24 comuni”.
In conclusione, il rappresentante Rsu ha voluto evidenziare il senso di rammarico che i lavoratori provano nel “vedere soppresso questo ente. Esprimiamo – ha proseguito – il sentimento di tristezza di tanti di noi che l’hanno visto nascere, sentendosi ciascuno parte della costruzione di un’istituzione che ormai è parte delle nostre vite. Per questi motivi chiediamo a tutti gli organi della nostra amministrazione di assumere iniziative sostanziali per cercare di riorientare la discussione e le scelte che il parlamento si appresterà a compiere nei prossimi giorni, così da evitare la soppressione dell’ente; di mantenere nell’ambito delle competenze provinciali quelle funzioni che si prevede di sottrarre alle province; di difendere la presenza dei servizi pubblici e amministrativi sul territorio e di garantire ai cittadini la possibilità di scegliere direttamente le politiche per i propri territori e – ha concluso – gli amministratori chiamati ad attuarle”.