Buona l’affluenza di pubblico ieri sera all’incontro meratese del Pdl (seguito a quello convocato un mese fa a Lecco) volto a fare il punto della situazione tra i militanti del popolo della libertà, in vista del primo congresso provinciale che, con ogni probabilità, si terrà alla fine del mese di gennaio.
Gli interventi sono stati aperti dall’attuale coordinatore provinciale Dario Perego, che ha ribadito, ancora una volta, la sua intenzione di non candidarsi alla segreteria, e ha auspicato che il congresso che verrà sia quello «di un partito vero, senza la paura del confronto interno».
Dopo il coordiantore, sono internvenuti, nell’ordine, Mauro Piazza, capogruppo del Pdl in consiglio comunale a Lecco, il presidente della Provincia Daniele Nava e l’assessore regionale alla Famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale Giulio Boscagli.
I tre leader locali del partito hanno messo l’accento su sfaccettature diverse del Popolo delle Libertà: Piazza ha sottolineato il carattere liberale del partito, un po’ sulla falsariga della “rivoluzione liberale” che, soprautto all’inizio, è stato uno dei cavalli di battaglia di Berlusconi, mentra Nava ha marcato molto nettamente l’identità di destra del partito, come un contenitore «per tutte quelle persone che non si identificano con la sinistra». Più “centrista” invece Boscagli, che ha parlato del pdl come un partito, prima di tutto, di popolo, ispirandosi ai temi di solidarietà e sussidiarietà, facendo riferimento alla costituzione.
I temi principali sono stati ovviamente quelli più caldi per il popolo di centrodestra, ovvero la necesità di una struttura più democratica all’interno del Pdl e la valutazione del governo Monti.
Sul primo tema ha insisto molto Daniele Nava: «C’è chi, all’interno del partito, si crede come Silvio Berlusconi – ha sottolineato – cioè una persona venuta politicamente dal nulla, in grado di fare tutto all’interno di un movimento politico. Ma Berlusconi è uno, e noi adesso dobbiamo pensare ad avere un sistema che sia veramente democratico, senza personalismi. Il periodo delle nomine è finito, ora ci sono i congressi, e il partito sarà veramente un partito di popolo». Inevitabile pensare che probabilmente si riferisse all’onorevole Michela Vittoria Brambilla. Inoltre il presidente della provincia ha fatto intendere che al congresso provinciale si arriverà con due liste distinte, ma non è preoccupato: «Noi vogliamo che sia un congresso vero» ha ribadito «e quindi, come ha detto anche il segretario Angelino Alfano, ben venga la dialettica interna».
Mentre sul giudizio al governo Monti, Piazza ha citato Giulio Andreotti il quale sosteneva, come ha ricordato lo stesso Piazza: «Le competenze in politica rischiano di essere un handicap», mentre l’assessore Boscagli ha fatto una riflessione, di stampo Galimbertiano, domandandosi se «nell’epoca dei tecnici, ci sia ancora spazio per la politica». Forse il giudizio più sconcertante l’ha dato, in un intervento successivo, l’assessore provinciale ai Servizi alla Persona e alla Famiglia, Antonio Conrater, che ha fatto un discorso sulle analogie tra Monti e il dittatore fascista del Portogallo, Antònio de Oliveira Salazar, in quanto “entrambi economisti chiamati al governo per le propie competenze”. Un’esagerazione che non è passata inosservata.