MANDELLO – “Ho atteso qualche giorno prima di inviare questo comunicato per dar modo a tutti i paladini della legalità di emettere la loro sentenza. Tutti hanno parlato, senza conoscere i fatti e tanto meno i documenti. Forse attendere avrebbe giovato anche ai giustizieri”.
Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello, interviene sulla vicenda che ormai da una settimana sta animando (e agitando) gli ambienti politico-amministrativi del paese, ossia l’indagine relativa a un abuso edilizio che ha coinvolto Franco Patrignani, assessore all’Urbanistica e all’edilizia privata.
“Ho atteso per comprendere bene i fatti – scrive il primo cittadino – e lasciare le chiacchiere di massa a chi di queste ne fa pane quotidiano. Nessuno è a conoscenza di cosa sia successo, eppure tutti parlano di fatto grave, fatto gravissimo. Franco Patrignani non ha realizzato alcuna opera abusiva. E questo lo dicono, e lo proveranno, i documenti”.
“Non esiste che le eventuali colpe di parenti debbano ricadere sull’assessore – aggiunge – Spero che nessuno abbia una doppia morale, soprattutto tra i componenti del consiglio comunale. Ancor più tra quelli che hanno avuto modo di leggere ciò di cui è accusato l’assessore ma non hanno fermato la loro voglia di attaccarlo ingiustamente. Mi chiedo quanta cattiveria repressa abbiano le persone che si sono permesse di calunniarlo senza conoscere i fatti”.
Poi Riccardo Fasoli aggiunge: “Una famosa opera lirica declama “La calunnia è un venticello”. In questo caso è stato un uragano! La legge è ferma a una segnalazione, gli sciacalli sono già arrivati alla sentenza. Il nome di Patrignani è stato inserito nella comunicazione affissa all’albo pretorio in quanto avrebbe presumibilmente demolito una tettoia e un locale ritenuti abusivi e, per altro, di proprietà della madre. Avrebbe commesso il reato di aver ripristinato la legalità? Chiedere le sue dimissioni mi sembra ridicolo! Patrignani verificherà con i suoi legali la correttezza della segnalazione del suo nome e provvederà a difendersi, nonché a tutelare i suoi diritti nelle sedi che riterrà opportune”.
Il sindaco prosegue: “Ora, prendendo spunto dal caso, divenuto mediatico e politico, una precisazione per chi si è eretto con le calunnie a paladino della legalità: la pratica per cui è stato segnalato l’abuso rientra tra le richieste di condono del 2004, pratica parcheggiata presso l’ufficio tecnico comunale da 12 anni. La domanda nasce spontanea: in 12 anni non si è mai trovato il tempo di dare una risposta a una cittadina, che si è in pratica autodenunciata, dandole modo di regolarizzare la propria posizione e di ripristinare la situazione di legalità? Assordante e colpevole silenzio, questo sì”.
“Chiedo quindi a chi ha parlato di ‘casa abusiva dell’assessore, ‘l’assessore ha realizzato degli abusi’, ‘l’assessore ha costruito illegalmente’ – conclude il primo cittadino – di chiedere scusa prima alla persona poi alla figura istituzionale. L’Amministrazione provvederà comunque ad andare a fondo a tutta la questione”.