LECCO – “Angelino Alfano applichi il metodo Maroni: coinvolga e ascolti gli enti locali sull’accoglienza dei profughi o sedicenti tali. Causa il massiccio numero di sbarchi (siamo già a quota 20.500 dall’inizio dell’anno, il che dimostra come “Mare Nostrum” sia un fallimento e non un’operazione con effetto deterrente), l’attuale ministro dell’Interno impone, attraverso le prefetture trasformate ormai in agenzie di viaggio, una mole tale d’immigrati clandestini da non poter essere gestiti da territori che non possono più sostenerne il carico”, così il senatore della Lega Nord Paolo Arrigoni, componente del comitato Schengen, sulla questione immigrazione.
“E che i problemi siano reali lo dimostra anche il caso di Lecco – scrive Arrigoni – sabato scorso hanno lasciato l’eremo del Monte Barro, nella notte, a poche ore dal loro arrivo, 16 eritrei, sul totale di 30 profughi assegnati al territorio lecchese. Forse non una fuga ma un allontanamento volontario, visto che non esistono misure restrittive nei loro confronti, ma che desta molta preoccupazione nei cittadini sui quali già grava l’insicurezza legata alla messa in libertà di molti delinquenti per i provvedimenti “svuota-carceri””.
“Ci sorprende pure l’inefficienza della gestione dei controlli: sono troppe le fughe anche di minori. Gli ultimi 150 spariti dove sono? Come può Alfano dormire sonni tranquilli sapendoli in giro? Pensiamo che la permanenza nei Cie resti la soluzione più sicura sotto ogni punto di vista, sia sociale sia sanitaria”, prosegue Arrigoni.
“Ricordiamo ad Alfano che è stato sbugiardato persino dall’Unione europea: l’operazione Mare Nostrum, che lui ha definito misura di deterrenza, è secondo l’Europa un polo d’attrazione. Si cambi subito rotta e con i mezzi della marina impiegati si presidino le coste africane per bloccare le partenze”, conclude il senatore del Carroccio.