Sono scesi in piazza in 4000 per lo sciopero targato Cgil

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In 4mila circa hanno partecipato alla sciopero generale di questa mattina, martedì, organizzato dalla Cgil contro la manovra finanziaria varata del Governo Berlusconi tacciata di essere “ingiusta” e contro i “licenziamenti facili” (articolo 8 della manovra). Lecco si è unita ad altre 99 piazze italiane dove si sono svolte altrettante manifestazioni.

In quel di Lecco il corteo partito da via Besonda, sede della Cgil, si è snodato lungo le vie di cittadine per raggiungere la ditta Leuci, di fronte alla quale è stato effettuato un flash mob. Gli scioperanti in testa al corteo hanno repentinamente inforcato gli occhiali da sole e hanno cambiato lo striscione iniziale con un cartellone raffigurante la frase “Vedo nero con questa manovra non c’è futuro”. Dalle casse è quindi partita l’omonima hit di Zucchero, cantata a gran voce dai manifestanti. Dopo di che il corteo è ripreso raggiungendo corso Matteotti, Largo Montenero, il Comune e poi giù da via Cavour per fare ingresso in piazza Garibaldi dove si è svolto il comizio. Sul palco alcuni sindaci del territorio con la fascia tricolore (Barzago, Valgreghentino, Galbiate, Calco, Mandello, Cassago, Osnago, Monte Marenzo, Bellano, Casatenovo) con loro anche Virginio Brivio sindaco di Lecco che ha preso la parola dopo l’intervento di Wolfango Pirelli segretario della Cgil Lecco, comizio che si è concluso con l’intervento di Stefano Landini segretario generale Cgil Lombardia.

“Vogliamo lavorare dignitosamente – spiega Enrico Viganò, dipendente della Leuci uno dei 4mila lavoratori scesi in piazza– e vogliamo anche un futuro dignitoso per i nostri figli, visto che in molti siamo genitori”.
Tanti, troppi i lavoratori che oggi hanno poche garanzie lavorative, tanti i senza lavoro e i cassa integrati che fanno fatica ad arrivare a fine mese e così le loro famiglie. “Protesto per la manovra che ha redatto questo Governo – aggiunge Massimiliano Molia, operaio di una ditta lecchese – Dobbiamo difendere i nostri diritti e sperare che a Roma cambino qualcosa”.
Lungo il corteo c’è anche chi non parla solo di lavoro: “Questa finanziaria – dichiara Roberto Fumagalli del comitato provinciale acqua pubblica – oltre a scippare i lavoratori fa anche una rapina gravissima agli italiani: dice che bisogna privatizzare tutti i servizi pubblici e questo dopo la bocciatura della privatizzazione da parte degli italiani attraverso il referendum. Questo è un motivo in più per cancellare la manovra”. Come Fumagalli anche Raffaella Cerrati, consigliere comunale di Lecco, che prosegue: “Stanno colpendo i ceti più deboli. Ricordiamo tra le tante cose che l’acqua è un bene comune e la politica deve operare a favore dei cittadini”.

Sul palco allestito in piazza Garibaldi ha aperto il comizio Wolfango Pirelli: “Oggi siamo molti, di più del 6 maggio – ha esordito il segretario di Cgil Lecco – Uno sciopero organizzato in poco tempo, ma che ha incrociato l’incazzatura delle persone, ha incrociato l’insoddisfazione di famiglie e lavoratori”. Poi ha proseguito: “Non è vero che siamo irresponsabili, come qualcuno ci ha detto, irresponsabile è un Governo che sceglie di dividere il sindacato e i lavoratori, attacca lo Statuto dei lavoratori, fa una manovra che fa pagare ancora i soliti noti. Queste persone sono irresponsabili”. Quindi Pirelli punta il dito contro la manovra varata dal Governo: “E’ una proposta è inaccettabile. Noi vogliamo l’abrogazione di quell’articolo 8, e se non basta questa manifestazione siamo pronti a ritornare in piazza e rifare quello che abbiamo fatto nel 2004 per difendere l’articolo 18 e lo Statuto dei Lavoratori. Manovra che si accanisce anche sulle persone più deboli, i disabili che avranno un meccanismo di collocamento diverso rispetto a oggi e poi ci sono i soliti attacchi a lavoratori pubblici e pensionati”. E proprio su qust’ultimo aspetto Pirelli si rivolge al popolo padano: “E’ bene che diciamo ai leghisti che sostengono di essere loro a difendere le pensioni  che non è vero! Non è possibile raccontare fandonie alla gente e pensare che non reagisca. E poi c’è il cuore della nostra battaglia, l’equità fiscale. Ma è mai possibile che pur di non far pagare nemmeno un euro a chi ha di più s’inventano ogni giorno qualcosa di nuovo? L’aumento dell’iva, il condono fiscale…  Ci servono risorse pubbliche per lo sviluppo e l’occupazione, quella di Lecco è una Provincia che sta pagando duramente la crisi e chi sta pagando di più sono i giovani e i precari: i nostri figli. Questa manifestazione deve essere l’inizio di una campagna impegnativa, di lotte e di mobilitazioni. Il Governo deve sapere che la Cgil non ha intenzione di mollare”.

Il sindaco di Lecco Brivio ha esordito sottolineando: “Siamo qui per difendere i cittadini è questa la convergenza tra le ragioni di questa manifestazione e le ragioni che i sindaci da settimane stanno cercando di far capire. Le misure adottate per lavoratori e aziende sono in parte le stesse misure o meglio la stessa logica che viene usata con gli enti locali. Non premiare la virtuosità di chi promuove diritti e occupazione, ma cercare di scaricare su enti locali misure inique, tagli e la non modifica del patto di stabilità che obbliga i Comuni a non spendere i soldi che hanno. Faccio l’esempio di Lecco: su 100 il Patto ci permette di spendere 40, il 60 viene lasciato alla Tesoreria dello Stato per far finta di dimostrare che abbiamo garanzia di fronte al debito pubblico. Ma questo 60 significa minori appalti, minori servizi… dateci la possiblità di creare realmente occasioni di risposta concreta ai bisogni”. Quindi Brivio ha ribadito la sua preoccupazione e tutta quella dei suoi colleghi sindaci: “Questa è la 4^ finanziaria che colpisce enti locali. Nel 2012, prendo sempre Lecco come esempio, nelle casse comunali entreranno in meno 2 milioni e mezzo in meno di parte corrente, ciò vuol dire massacrare i servizi e costringere i Comuni ad alzare le tasse. Non c’è mai stato – ha concluso Brivio – un Governo come quello in carica che ha sbandierato la bandiera del federalismo mettendo poi in atto un numero impressionante di manovre centraliste”.

Il comizio si è quindi concluso con l’intervento del segretario generale Cgil Lombardia Stefano Landini: “Questo sciopero è un atto di responsabilità verso l’Italia, verso le giovani generazioni a cui vogliamo garantire un futuro che è negato. Vogliamo che questo Paese esca dalla crisi e riprenda la strada della crescita e dello sviluppo. Per quasi tre anni ci hanno raccontato che la crisi non c’era, poi sì c’era ma l’avevamo superata e poi che l’avremmo superata perchè eravamo i migliori d’Europa. Invece le due manovre economiche varate in meno di due mesi confermano il fallimento della politica economica di questo Governo. E questo fallimento è sotto gli occhi di tutti l’Italia non è fuori dalla crisi ma ci è precipitata”.

Landini fa poi un riferimento all’andamento Borsistico-finanziario: “Le Borse oscillano in tutta Europa, ma in Italia c’è un particolare accanimento, il nostro Paese sta pagando il prezzo di un Governo che non risulta credibile”. E qui si aggancia a certe uscite del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: “Noi ai vertici internazionali entriamo in campo tra il dolce e il caffè, quando bisogna raccontare le barzellette o bisogna fare lo scemo facendo le corna nelle foto di gruppo. Fortunatamente la credibilità dell’Italia finora è stata difesa dal governatore della Banca d’Italia (Mario Draghi, ndr) e soprattutto dal nostro presidente della Repubblica Giorgio Napolitano”.

Landini torna quindi sulla manovra bollandola come “iniqua” sottolineando che “a pagare sono sempre i soliti: i lavoratori dipendenti e i pensionati”. Una riflessione poi la dedica alla situazione di difficoltà in cui versano le Amministrazioni comunali e sulla necessità di ridurre i costi della politica.

Quindi Landini prosegue: “L’ultima versione della manovra contiene anche una norma che stravolge la Costituzione, attacca lo Statuto dei Lavoratori alla contrattazione, mi riferisco all’articolo 8 della manovra, frutto della cattiveria, della paranoia rivendicativa del ministro del Lavoro (Maurizio Sacconi, ndr) che, come un toro quando vede la Cgil, tenta di picchiargli dentro le corna. Siamo alla follia, alla cattiveria sociale che si fa legge”.

Per il segretario generale della Cgil Lombardia un’altra manovra è possibile: “Noi vediamo nero da questa manovra. La Cgil propone una riduzione del prelievo fiscale sul reddito dei lavori dipendenti e pensionati e l’allentamento del Patto di Stabilità affinchè vengano liberate risorse e lavoro. Serve un vero federalismo e prima ancora occorre far pagare a chi non ha pagato mai”.

Landini si quindi congedato così, ricordando quanto pubblicato da un giornale che ha riportato una telefonata di Berlusconi: “Il presidente del Consiglio in sua telefonata ha detto: ‘Tra tre mesi me ne vado da questo paese di merda’. Ce lo faccia sapere quando se va, che veniamo a darle una mano a caricare le valige sul piroscafo; non vorremmo che nella confusione lasci a terra qualcuno, magari il ministro Brunetta”.