MANDELLO DEL LARIO – “Noi speriamo che il 2014 sia migliore del 2013. Qualche timido segnale da parte del Governo c’è, ma vorremmo toccare con mano. Da troppo tempo, infatti, proprio il Governo promette di stanziare fondi per investimenti che non dovrebbero contare ai fini del rispetto del patto di stabilità, ma stentiamo a fidarci. Il patto di stabilità che ci strangola, i continui tagli ai trasferimenti statali, le nuove incomprensibili tasse non ci consentono di programmare nulla e rendono instabili anche bilanci virtuosi come quello del nostro Comune”.
Riccardo Mariani, sindaco di Mandello, fa un consuntivo dell’anno che ci siamo da poco lasciati alle spalle. Parla di spending review, dei progetti della sua giunta per il 2014, delle elezioni del prossimo anno e di molto altro ancora.
Sindaco, nel momento in cui dovessero sbloccarsi le restrizioni tuttora in vigore a quale intervento lei immagina di porre mano prioritariamente tra quelli in lista d’attesa?
“C’è solo l’imbarazzo della scelta, considerato che sono anni in cui non abbiamo potuto fare opere pubbliche a causa del patto di stabilità. Già solo attendendoci al nostro piano triennale delle opere ci sono il completamento del cimitero del capoluogo, la ristrutturazione del fabbricato di via XXIV Maggio, il collegamento dei tratti di via Alfieri, la sistemazione della salita San Giorgio (il cui progetto è già stato approvato ed è in Sovrintendenza per le autorizzazioni necessarie) e la sistemazione dei centri storici delle frazioni, oltre alla realizzazione (già in corso) della strada agro-silvo-pastorale in località Somana”.
Spending review a parte, cosa devono aspettarsi i mandellesi, in termini di interventi concreti, dai loro pubblici amministratori nell’immediato futuro?
“In aggiunta alla sistemazione della salita San Giorgio, quest’anno rifaremo il marciapiede di via Manzoni, opera importante per la sicurezza pedonale e viabilistica, metteremo mano alla ristrutturazione della sala civica e all’allargamento della curva di via Partigiani. Sono previsti anche interventi per migliorare la sicurezza degli stabili scolastici. Poi opere di manutenzione ordinaria e straordinaria legate alle strade (a partire dalle asfaltature), interventi di riqualificazione del verde ai giardini pubblici, che prevedono anche la creazione dell’area per i pic-nic, opere di miglioramento dell’illuminazione pubblica per garantire maggior sicurezza, installazione di nuove telecamere in zone pubbliche sensibili del paese. E’ inoltre previsto l’adeguamento delle attrezzature tecnologiche del cinema teatro, dove abbiamo già sistemato l’impianto aria e gli arredi”.
Dalle recenti assemblee tenute nelle frazioni sono scaturite richieste di maggiore attenzione per quanto riguarda l’ordine pubblico in paese. Cosa sente di dover dire in proposito?
“Dico innanzitutto che Mandello è tutto sommato un paese sicuro. Certo non banalizziamo l’odioso, seppur limitato fenomeno dei furti e oltre a essere sempre in campo con la polizia locale c’è una efficiente collaborazione con la locale stazione dei carabinieri per ogni necessità. Tra la primavera e l’estate siamo l’unico Comune della provincia che svolge un servizio notturno di polizia locale che si protrae per più mesi, dà ottimi risultati sul fronte della prevenzione e conforta i mandellesi. Inoltre abbiamo da qualche anno tre telecamere ad alta definizione negli ingressi del paese (confine con Abbadia, Lierna e Crebbio) che hanno consentito di svolgere indagini preziose e di rintracciare anche malviventi. Personalmente sono sempre in contatto con le forze dell’ordine locali e provinciali per segnalare necessità su questo fronte. Partecipo agli incontri in sede prefettizia sulla sicurezza e ho costituito, in Comune, una Commissione sicurezza con i capigruppo di minoranza per fare periodicamente il punto della situazione. La sicurezza è una nostra priorità”.
Lei ha detto più volte di voler dare grande importanza alla cultura proprio in un periodo in cui tutto ciò che è cultura viene invece tenuto in scarsa considerazione, per non dire cancellato, dai governi e dalle istituzioni centrali. A Mandello è appena iniziata la nuova stagione con un “De Andrè” pressoché gremito per il concerto-omaggio al cantautore genovese al quale è appunto intitolata la sala comunale. La gran parte dei presenti proveniva peraltro da fuori Mandello. Questo è positivo, secondo lei, o testimonia piuttosto una scarsa risposta dei mandellesi agli eventi di carattere culturale, visto anche il flop di taluni appuntamenti della scorsa stagione?
“La cultura è universale e quindi lo è pure il suo pubblico. Che vengano anche da fuori ai nostri spettacoli teatrali fa solo piacere. Ma ci sono stati, in questi anni, anche tanti mandellesi al “De Andrè” e anche il 10 gennaio non erano pochi. Questa stagione si è aperta bene e ciò fa ben sperare. La cultura è in crisi in Italia per diverse motivazioni, quindi è diventato tutto più faticoso. Ma noi non demordiamo perché rinunciare alla cultura significa rinunciare al futuro anche dei nostri ragazzi e non ce lo possiamo permettere. Una comunità, nazionale o locale, che venga privata di stimoli culturali è più facilmente manipolabile dal potente di turno. La cultura aiuta la crescita dello spirito critico e mantiene in salute la democrazia”.
L’anno prossimo Mandello tornerà alle urne per le elezioni comunali. Quale scenario politico-amministrativo immagina per Mandello per il successivo quinquennio? E non la spaventa in questo senso la constatazione che sempre meno giovani si interessino alla politica e al bene comune?
“La situazione politica mandellese è da sempre complessa e al momento di non facile decifrazione. Credo che il quadro si chiarirà più avanti rispetto al centrodestra. Poi bisogna vedere cosa farà il movimento Cinque stelle, che mi risulta abbia una sua rappresentanza mandellese. La situazione è per ora fluida, vedremo cosa succederà. I giovani hanno purtroppo mille buone ragioni per tenersi lontani dalla politica, oggigiorno. Ma distinguerei la politica nazionale da quella locale. Nel senso che potrebbero esserci forze giovanili in campo nei vari schieramenti mandellesi, perché occuparsi della propria comunità può ancora avere un senso per i giovani, considerato che si tratterebbe di aver cura del paese in cui si vive con tutta la concretezza di intenti che ciò richiede. Io spero che sia così e sto lavorando in tal senso nel nostro gruppo politico”.
Guardando sempre in prospettiva elettorale, qual è lo stato di salute del centrosinistra mandellese?
“Il centrosinistra mandellese sta bene, è unito e coeso da sempre grazie al grande lavoro di squadra che abbiamo fatto in questi anni dentro la maggioranza consiliare e nel coordinamento politico di “Casa Comune per Mandello democratica”, la nostra lista civica. “Casa Comune” sarà come sempre pronta ad affrontare la sfida elettorale con forze rinnovate e la forte passione politica e civica che la connota”.
Tra poco più di un anno, si è detto, Mandello andrà al voto. E’ dunque già tempo, anche per il primo cittadino, di bilanci. Cosa, dunque, l’ha maggiormente delusa e cosa invece l’ha sorpresa favorevolmente dei mandellesi?
“Sono io a non dover deludere i mandellesi, non loro me. La nostra è una comunità operosa, del fare, e questo è il suo grandissimo pregio. Nel lavoro, nell’impresa, nelle associazioni i mandellesi non sono secondi a nessuno. Sono semmai onorato di esserne il sindaco. Dobbiamo tutti lavorare insieme per migliorare alcune cose: il senso civico, l’attenzione al bene comune, l’apertura e la disponibilità ad affrontare le nuove sfide che ci attendono in questa fase di crisi. Dobbiamo inventare un nuovo modo di essere comunità, dove tutti, soprattutto gli adulti, hanno una fetta di responsabilità nel rendere migliore Mandello dando il loro contributo nel prendersi cura del bene comune. Certo, il sindaco e l’amministrazione comunale devono per primi fare la loro parte e assumersi le proprie responsabilità. Ma viviamo in un tempo storico e sociale in cui nessuno può chiamarsi fuori dai problemi comuni. Diamo insomma vita a una nuova virtuosa alleanza tra istituzione e cittadini per il bene di Mandello”.
C’è invece qualcosa che l’ha delusa e cosa, per contro, le è piaciuto dell’atteggiamento delle minoranze consiliari?
“Premetto di essere in buoni rapporti con tutti i consiglieri di minoranza, verso i quali nutro rispetto e stima. Loro hanno il legittimo e doveroso compito di controllare e criticare l’operato della Giunta. Lo apprezzo quando lo fanno in modo costruttivo e succede spesso, a onor del vero. Non ritengo buona cosa, invece, sollevare polemiche pretestuose, o ancor peggio mistificare la realtà delle cose perché non giova e nessuno e non va nella direzione di concorrere alla soluzione dei problemi. Qualche volta è successo e succede. Non dobbiamo mai scordarci, maggioranza e minoranze, che siamo qui per tentare di risolvere i problemi e non per litigare fra noi in modo improduttivo”.
Un’ultima domanda, colta qua e là in paese quando si parla di piazza Beata Vergine del Fiume. E’ immaginabile vedere un giorno quella piazza magari con una diversa pavimentazione ma soprattutto senza auto in sosta davanti alle stazioni della Via Crucis?
“La sistemazione della pavimentazione di piazza Beata Vergine del Fiume è, da diverso tempo, nel nostro piano triennale delle opere pubbliche. La riteniamo un’opera importante sul piano estetico e funzionale perché darebbe ancor più rispetto e dignità a un luogo sacro e molto caro ai mandellesi. Purtroppo l’intervento, previsto ora per il 2016, è slittato nel tempo, come molti altri, a causa del famigerato patto di stabilità”.