La civica Vivere Lecco rompe il ghiaccio: “Lecco torni a vivere”

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Dario Spreafico - Vivere Lecco
Dario Spreafico - Vivere Lecco
Dario Spreafico – Vivere Lecco

LECCO –  “Sono anni che seguo la politica amministrativa Lecchese. Tutti dicono di  voler  bene alla città , ma girando per le strade ho la netta sensazione che quel  “bene” ,tanto recitato ,  non è uguale al mio . Forse per un interesse diverso ,un bene diverso ,ma molto distante da quel bene comune come lo intendo io ,o  come lo intendono la maggior parte dei cittadini di Lecco”.

Si presenta così Dario Spreafico, uno dei volti della lista civica capitanata dal consigliere comunale Ezio Venturini  che sarà d’appoggio all’eventuale ricandidatura dell’attuale sindaco Brivio alle prossime elezioni in città.  Spreafico, lecchese ex dirigente ora in pensione, è legato al mondo delle associazioni e ha deciso di abbracciare il progetto della civica “Vivere Lecco” insieme ad una ventina di altri esponenti della società  civile.

“Finora le politiche sociali in città ci hanno portati ad avere gli asili nido più cari d’Italia, ad avere le rette delle casa di riposo cittadina più alta d’Italia, ad avere un numero incredibile di vani abitativi vuoti ecc. ecc.   – spiega – Non bisogna dimenticare che i Diritti non dovrebbero  venire  meno perché non ci sono i soldi ,tutti sono capaci di governare la città con ampie risorse  a disposizione, il vero e bravo amministratore lo deve saper fare anche quando le risorse sono poche. Per questo ritengo che un’oculata scelta nelle scala delle priorità può fare la differenza. Le istituzioni devono  sostenere e farsi garanti di un’integrazione operativa fra le forze del terzo settore (i.e. volontariato), vera forza a cui fare riferimento in periodi di recessione come l’attuale” .

“Il buon padre di famiglia – prosegue Sprefico – deve essere la figura di riferimento nella gestione amministrativa di una città  e non gli interessi personali e/o partitici. Lecco è una cittadina che probabilmente non ha ancora capito qual’è la sua vocazione … forse perché nessuno l’ha ancora chiesta ai suoi cittadini. Il dato di fatto è che  Lecco è stata una città industriale ed è stata ai vertici nella scala europea di tale settore. Ora ci si ritrova senza nessun punto di riferimento , niente punti di aggregazione né giovanile né per persone adulte, niente cinematografi, se poi togliamo la biblioteca civica e qualche iniziativa privata ci accorgiamo  che  non si è fatto niente per la cultura. I ben informati la vorrebbero città “turistica” sulla falsa riga della sorella Como.  Ma una funivia ai Piani d’Erna, o i 300 metri più gettonati del lungo lago  non può fare di Lecco una città turistica. Forse bisognerebbe cominciare con una rivoluzione culturale, ovviamente pacifica. Un nuovo modo di pensare perché Lecco ritorni a VIVERE”.