LECCO – “Come rilanciare Forza Italia in Lombardia?”. Questa la domanda rivolta all’onorevole Mariastella Gelmini, in città nel pomeriggio di sabato 17 dicembre per partecipare all’incontro pubblico promosso da Forza Italia Lecco. Un momento di riflessione per parlare del dopo Renzi e quindi scambiarsi gli auguri di Natale, oramai davvero alle porte.
La Gelmini non è stata l’unica “big” ospite nella sede del partito in via Marco d’Oggiono: presenti anche Gregorio Fontana, Laura Ravello, Stefano Maullu, Licia Ronzulli e i senatori Giacomo Caliendo e Andrea Mandelli. Ad accogliere tutti l’onorevole Michela Brambilla.
All’ex ministro la parola per prima, dopo i saluti di Davide Bergna, Coordinatore Provinciale Forza Italia Lecco, Roberto Gagliardi, presidente regionale dei giovani di Forza Italia e Michela Brambilla, che ha voluto ringraziare gli elettori di Forza Italia per aver votato No alla riforma di Renzi. “Forza Italia è molto meglio di prima” ha commentato.
Dunque come rilanciare il partito dopo la sonora vittoria del No al referendum costituzionale e la caduta di Renzi? La Gelmini non ha dubbi: “L’alternativa siamo noi di Forza Italia e un centro destra unito. Non possiamo lasciare l’Italia nelle mani dei 5 Stelle, avete visto costa sta succedendo a Roma, la capitale è umiliata. Servono competenze e responsabilità, gli unici onesti siamo noi“.
“Partiamo dai territori – ha continuato la Gelmini – e dalle persone, dobbiamo far prevalere il merito e l’impegno delle persone“. Quindi tra le priorità la riforma del Welfare, le politiche industriali, il taglio del costo del lavoro. “Il Partito Democratico – ha concluso – è oramai il partito dei salotti e delle finanza. Noi di Forza Italia invece stiamo dalla parte di chi lavora”.
La presenza di Laura Ravetto, membro della Commissione di Schengen, ha permesso anche di fare qualche breve riflessione sul tema dell’immigrazione: “Il modello di integrazione proposto dalla sinistra non funziona: 1.200 migranti sono arrivati nella vostra Provincia, li hanno messi nelle tendopoli, questa non è integrazione – ha dichiarato la Ravetto – basta prendere ordini dall’alto da prefetti non eletti”.
Per l’onorevole il rischio concreto è quello di una sostituzione di popoli: “Quest’anno sono stati calcolati 500 mila arrivi a fronte di 200 mila giovani italiani che se ne sono andati all’estero. Non è l’Europa che ci lascia soli, come ha voluto farci credere Renzi, ma semplicemente dovremmo stabilire che entra in Italia chi può entrare in Europa. L’Europa non ci aiuta perchè il 95% degli arrivi sono profughi economici, clandestini, che non hanno diritto di asilo da loro, e non dovrebbero averlo nemmeno da noi. Come fermate questo vortice? Facendo degli accordi con i paesi di origine, come ha recentemente fatto Gentiloni con il Niger e per il quale spezzo una lancia a favore. Istituire in quei paesi dei centri di individuazione per stabilire prima che si imbarchino chi ha diritto ad arrivare e restare in Italia e chi no”.