LECCO – “Quando si perde è sempre opportuno far passare un po’ di tempo prima di dare una valutazione approfondita del voto.
Per i vincitori i commenti sono più semplici, per coloro che hanno ottenuto un risultato non in linea con le proprie aspettative le valutazioni si fanno più complicate e difficili, anche perché bisogna ricercare la causa dell’insuccesso.
E’ chiaro che elezioni politiche ed elezioni regionali andavano a braccetto : l’election day ha condizionato non poco i risultati delle amministrative regionali.
Ma questa è una constatazione che purtroppo si può solo registrare e basta. Le elezioni hanno tre vincitori : Beppe Grillo, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi.
Il primo ha saputo in maniera fantastica intercettare, in maniera trasversale, il rigetto psicologico dei cittadini verso i partiti, la cattiva politica e l’inadeguatezza della classe dirigente.
Il secondo ha messo in campo tutta la sua abilità populista e istrionica riconquistando una parte importante del suo elettorato e saldando nuovamente il legame con la Lega di Maroni.
Il terzo è pure lui un vincitore, seppur non in competizione, perché ha dimostrato di tener fede ai suoi propositi di correttezza, in maniera rigorosa, dopo le primarie e di aver fatto capire ( forse ) al PD l’autolesionismo e l’errore madornale che quel gruppo dirigente ha fatto.
Le elezioni sono terminate, onore ai vincitori, ma adesso?
Il drammatico errore di strategia politica e di “vision” del PD ha indebolito anche un progetto interessante come quello del Patto Civico di Ambrosoli, indebolendo contestualmente il progetto di Matteo Renzi che tanta passione e speranza aveva suscitato nel Paese.
Con Renzi e Ambrosoli assieme queste elezioni non avrebbero avuto bisogno di alcun sondaggio, la forbice tra gli schieramenti si sarebbe allargata e anche il fenomeno Grillo sarebbe stato molto più contenuto.
Accantonato il “ rottamatore originale “ la gente ha scelto di tornare al “populismo berlusconiano “ o ad un modello di “ rottamazione spinta “ esercitata da Grillo.
Ma Ambrosoli e Renzi sono, a mio giudizio, figli dello stesso progetto, con sfumature diverse ma assolutamente conciliabili. Sono le due personalità nuove sulle quali lo schieramento progressista nel suo complesso deve investire : un personaggio civico che sa aprirsi ai partiti evitando di esserne subalterno e un esponente di partito che guarda oltre il proprio “ recinto” in maniera aperta e non strumentale. Vedremo se i dirigenti del PD hanno capito la lezione ! Se cosi non fosse temo che anche quel civismo, formato da singoli soggetti o da associazioni e liste, che guardano con simpatia al centro sinistra a breve girerà le spalle per altre direzioni. E’ meglio mandare adesso messaggi e indicazioni politiche precise prima che sia troppo tardi . Speriamo di trovare qualcuno, all’interno del PD, che si renda conto di quello che è successo o sta per succedere”.
Corrado Valsecchi
Portavoce Appello per Lecco