Il movimento denuncia 25 anni di ritardi e risorse insufficienti
“Non esiste un piano condiviso, né un cronoprogramma vincolante. Intanto i costi aumentano, i cantieri non partono, e la fiducia dei cittadini si sgretola”
LECCO – Venticinque anni. È questo il tempo che separa Lecco da Bergamo lungo l’incompiuta strada (SS639). Ad oggi, resta solo ancora una promessa. A riaccendere i riflettori sul caso è Il Patto per il Nord.
Questa mattina il movimento ha diffuso un comunicato durissimo in cui denuncia pubblicamente ritardi, incertezze e un approccio “confuso e inconcludente” da parte delle istituzioni coinvolte. Non si tratta di una protesta isolata: già a febbraio, “Il Patto per il Nord” aveva organizzato un presidio nel rione di Chiuso, proprio nei pressi dell’area individuata per l’avvio del cantiere. Un’iniziativa che ha visto la partecipazione di molti cittadini e che ha riportato al centro del dibattito un’infrastruttura strategica, oggi bloccata da troppi nodi irrisolti.

Dietro il movimento ci sono nomi noti della politica lecchese e lombarda: Paolo Grimoldi, Roberto Bernardelli, Giovanni Colombo, l’ex sindaco di Lecco Lorenzo Bodega e l’ex primo cittadino di Merate Andrea Robbiani. È proprio Giovanni Colombo, attuale segretario provinciale, a firmare uno dei passaggi più significativi del comunicato: “Il vero nodo, che nessuno ha il coraggio di ammettere, è che l’opera – per come è stata concepita – appare di difficile realizzazione. Ed è proprio questa scusa, mai dichiarata apertamente da chi governa la nostra Provincia e la Regione, che sarà usata dopo le Olimpiadi come pretesto per congelare tutto, invece di lavorare da subito a una quarta ipotesi più logica e sostenibile”.
La critica è netta e va al cuore di una frustrazione diffusa nel nostro territorio. Nonostante le promesse rilanciate anche in chiave olimpica con Milano-Cortina 2026, il progetto è fermo. L’ultimo annuncio della Regione, risalente al 24 marzo, parla di una fattibilità prevista “entro l’autunno” e di cantieri che, nella migliore delle ipotesi, partirebbero a marzo 2027. Il completamento? Luglio 2032.
Un orizzonte troppo lontano, dicono da “Il Patto per il Nord”, anche perché al momento mancano all’appello 94 milioni di euro per il primo lotto e altri 70 per quello successivo. Gli unici fondi certi sono frammentari: 5 milioni per Cisano, 3+6 per il lotto “San Gerolamo”, nulla che lasci intendere una strategia concreta e coordinata.
Non mancano, poi, le criticità tecniche. I dati ufficiali risalgono al 2007, non esiste uno studio aggiornato sull’impatto ambientale e urbano, e nel frattempo ogni giorno transitano sulla tratta circa 30.000 veicoli, 5.000 dei quali mezzi pesanti. L’attuale progetto, fa notare il movimento, potrebbe addirittura generare nuovi problemi: abbattimenti di edifici, interferenze con le falde acquifere, sovraccarico sulle rotatorie già inadeguate, impatti sulle scuole e sulle zone residenziali.
Il j’accuse tocca anche la governance. Regione, Provincia, ANAS, SIMICO: troppi attori in campo, ma nessuna guida chiara. “Non esiste un piano condiviso, né un cronoprogramma vincolante – fanno sapere – E intanto i costi aumentano, i cantieri non partono, e la fiducia dei cittadini si sgretola”.
A Lecco il traffico resta un problema quotidiano, soprattutto lungo le direttrici che conducono a Vercurago, Calolziocorte e Cisano. La SS639, invece di essere una via di sviluppo, è diventata il simbolo di una politica che — almeno su questo fronte — ha perso il passo.

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